Se la terra e i mutanti si trovano a dover fronteggiare la terribile minaccia delle letali “Sentinelle”, nulla di meglio che andare indietro nel tempo, nell’era Nixon, per sistemare le cose prima che il peggio accada. Si può? Siamo nell’universo Marvel, e col variegato gruppo di super eroi X-Men che in questo nuovo episodio (il quinto, più i due “solisti” dedicati a Wolverine) ritrova il regista Bryan Singer e gioca tra passato e presente con Wolverine (Hugh Jackman) che indietreggia nel tempo per ritrovare i giovani Xavier (James McAvoy) e Magneto (Michael Fassbender) e fermare i piani del vero nemico, lo scienziato Bolivar Trask, il creatore delle Sentinelle.
Wolverine ritrova così Mystica e Hank McCoy, ovvero la Bestia, mentre nel futuro mutanti vecchi e nuovi usano le loro ultime forze per garantire a Logan il tempo necessario per risolvere la questione.
Reunion di molti mutanti (e chi si rivede nel finale…), X-Men.Giorni di un futuro passato trova motivi di interesse nel gioco temporale, nel ritorno dei “vecchi” Xavier e Magneto (rispettivamente Patric Stewart e Ian McKellen) alleati nel futuro contro la minaccia comune, nell’apparizione di Quicksilver (comparirà pure nel prossimo The Avengers), personaggio che strappa l’applauso nel momento più divertente del film e nel magnetismo di Fassbender che delinea un Magneto arrabbiato e potente. Il resto è piacere di classe. Non tutti gli X-Men hanno spazio adeguato (ma tornano Tempesta, Kitty e Bobby “Iceman”) ma il minutaggio (119 minuti) permette questi equilibri. Garantito il tema di una diversità che fa paura ed è “pericolo” per un’umanità che vede oltre lo stupore dei poteri fantasmagorici per scrutare il cuore che batte nel petto di un X-Man.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani