Quella di “madre natura” è un’arcaica e suggestiva immagine che ogni tanto ritorna in auge. Era cara, ad esempio, anche a quell’attivismo ambientalista emerso negli anni ’80 (Greenpeace, Verdi & co.), nella speranza che associare alla natura la sacralità dell’immagine materna avrebbe contribuito a farla rispettare. Invece da noi, qualche anno dopo, l’idea di “madre natura” si associava automaticamente alla sventolona che faceva da piacevole arredo alla trasmissione Ciao Darwin di Bonolis. Fino a che, con gli anni della crisi, gli ideali ambientalisti sono finiti in secondo piano rispetto alla necessità di far quadrare i conti. E se oggi madre natura, piccata per la nostra indifferenza, cercasse a modo suo di darci segnali del suo disagio? Senza scomodare scioglimenti di ghiacci o uragani nordamericani, guardiamo a quel che è successo nella nostra estate riminese. Prima un inizio di stagione piovoso, con un temporale dopo l’altro. Non andava bene? Allora ecco un mese di agosto senza una goccia di pioggia che sia una. E intanto da noi – fogne o non fogne – si dibatteva tutto in termini economici e di fatturato: chi e quanto ci rimette con le spiagge piene e i fiumi vuoti o viceversa? Alla fine è il clima che decide tutto, eppure sugli eccessi climatici dell’estate 2011, in quanto tali, in pochi riflettono. Se siano da considerarsi come l’ennesimo allarme di madre natura, non saprei dirlo: non sono uno scienziato. Ma anche gli scienziati in questi anni stanno dicendo tutto e il contrario di tutto. Non mi stupirei, però, se un richiamo di madre natura davvero fosse. In fondo è questo il destino di molte madri: avere a che fare con dei figli che le cose non le capiscono nemmeno con le tozze.