Home Vita della chiesa Viserba. L’oratorio dei diversamente giovani

Viserba. L’oratorio dei diversamente giovani

Che bella età la terza età! Anzi la “tenera età” come dicono qui a Viserba, alla Parocchia di Santa Maria al Mare dove, una volta alla settimana, l’oratorio della chiesa si trasforma in un lab-oratorio per sperimentare insieme l’entusiasmo e la voglia di vivere di coloro che da un pezzo hanno superato gli anta. Musica, teatro, barzellette ma anche incontri con esperti sul come mantenersi in forma e momenti conviviali per gustare insieme le ricette di una volta. Gli incontri, partiti a fine aprile, sin da subito hanno fatto registrare il tutto esaurito. “Siamo davvero contenti” dice il parroco don Aldo Fonti che, con l’aiuto di alcuni volontari, ha messo in piedi questa bella iniziativa rivolta ai tanti anziani soli che ha incontrato durante le sue visite alle famiglie del quartiere. Lo conferma anche Teresa, una delle organizzatrici: “la partecipazione è alta, almeno una cinquantina di persone ogni volta. Alcuni vengono da soli o accompagnati dai figli; altri li va a prendere Davide (un altro volontario) a casa o negli istituti di riposo Ed è bello vedere quanta gioia queste persone riescono a esprimere, la loro voglia di ascoltare, raccontarsi, socializzare”. D’altra parte, in questi primi dieci incontri non c’è stato certo il tempo di annoiarsi. Dagli sketch della compagnia teatrale di Oliana Agostini, alle barzellette in dialetto di Gianni Grassi, al trascinante karaoke del “signor Nicola”. E poi gli appuntamenti per restare in salute con i consigli del dottor Marco Rossi, geriatra e del dottor Teo Bragagna chirurgo. Senza dimenticare un po’ di ginnastica proposta dalla fisioterapista Caterina Cappelli e i giochi di memoria guidati dal fisioterapista Rodolfo e dalla sua assistente Vanna. Insomma, di tutto e di più perché, anche con parecchi annetti sulle spalle, si può e si deve restare attivi.
Ne sa qualcosa Paola, 73 anni, ex parrucchiera e grande narratrice di barzellette (anche spintarelle, ma solo se don Aldo non è nei paraggi…). Da quando è in pensione Paola dà una mano in parrocchia ed è entrata a far parte delle “Formiche”: un gruppo di donne che esegue lavori di ricamo da rivendere poi a scopo benefico. Adesso puoi trovarla tutti i martedì pomeriggio, sempre in prima fila e tra le più scatenate, ad intonare canti e improvvisare passi di danza. “Diranno che son matta, alla mia età poi… sono anche vedova… Ma non lo sanno mica che a casa da sola, tante volte mi viene da piangere…” Consolati Paola, come diceva il saggio “meglio la gioia di un sorriso triste che la tristezza di non saper sorridere”…

Alberto Coloccioni