“Azzardopoli, il Paese del gioco d’azzardo, dove quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare”. È il titolo dell’ultimo dossier ereso pubblico da Libera. Denuncia le infiltrazioni delle mafie nei giochi d’azzardo, ma anche le dimensioni che il fenomeno gioco sta assumendo, perchè sono sempre più coloro che pensano si possa cambiare la vita tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci, sale bingo. Sarebbero 800mila i giocatori dipendenti patologici e 2 milioni quelli a rischio. Il fatturato legale è stimato in 76,1 miliardi di euro, a cui aggiungere almeno 10 miliardi provenienti dal gioco illegale. Gli italiani spendono circa 1.260 euro procapite (compresi i neonati) l’anno in videopoker, slot-machines, Gratta e vinci e sale Bingo. Soldi per lo più sottratti a gente semplice, quando non disagiata, se è vero come afferma la commissione antimafia che “i giorni di maggiore raccolta da gioco, specialmente nel settore del ’Gratta e Vinci’, sono quelli di riscossione della pensione. È la povera gente che viene sollecitata continuamente e stimolata nella speranza della vincita”. Fatturati che pongono l’Italia al primo posto in Europa e al terzo nel mondo in questo settore.
Con un simile giro d’affari, “l’azzardo è diventato la nuova frontiera del crimine organizzato – ha detto don Luigi Ciotti – Almeno 41 famiglie mafiose penetrano, in vario modo, nel gioco legale e illegale, tramite l’acquisto di biglietti vincenti, il controllo delle slot machine e altre modalità”. In Emilia Romagna operano i Bidognetti.
Senza poi considerare le implicanze educative. Una ricercatrice del Cnr afferma infatti che “il gioco attira quote sempre più ampie di popolazione, non solo adulta. Si stima che impegnerebbe a diverso titolo il 47,1% dei giovani che frequentano le scuole medie superiori”.
Dati allarmanti, ma che ognuno può facilmente verificare nella sua esperienza quotidiana, anche solo frequentando il bar sottocasa o fermandosi 10 minuti al Tabacchi dove si gioca il Lotto.
Libera fa quindi una serie di proposte: “definire e approvare una legge quadro sul gioco d’azzardo, affinché lo Stato recuperi il governo su queste attività; limitare i messaggi pubblicitari sul gioco d’azzardo; promuovere iniziative di sensibilizzazione ai rischi collegati al gioco; recepire l’indicazione dell’OMS che vede nel gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa chiaramente identificata e che può rappresentare un’autentica malattia sociale; consentire ai giocatori d’azzardo patologici e ai loro familiari (oggi abbandonati a se stessi), il diritto alla cura”. Come non condividerle?