Vi piacerebbe viaggiare nel tempo, a ritroso nella vostra vita, per sistemare qualche pasticcio compiuto nel presente? Il giovane Tim (Domnhall Gleeson, visto in Anna Karenina e Harry Potter e i doni della morte) ha questo potere. È un dono di famiglia concesso solo agli uomini, si può viaggiare solo indietro, basta chiudersi in un luogo buio (un armadio va benissimo) stringere i pugni e il gioco è fatto.
Questione di tempo è la nuova creazione di Richard Curtis, l’uomo dietro al successo di Mr. Bean, sceneggiatore di commedie come Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, e regista di Love actually. Nella nuova pellicola si cimenta con gusto nel tema dei paradossi spazio temporali, per imbastire una storia d’amore che si intreccia con la storia della famiglia di Tim. I viaggi all’indietro infatti permettono a Tim di conquistare l’amata Mary (Rachel McAdams, già impegnata con un amato che saltava nel tempo in Un amore all’improvviso) ma deve fare attenzione a non creare troppi squilibri per non rischiare trasformazioni sconvolgenti nell’assetto esistenziale.
Il film è una commedia romantica, una spiritosa carrellata sul rapporto con il nostro vissuto ma anche una brillante e a tratti commovente pagina sulla vita di famiglia, dove le apparenti “stranezze” (c’è pure uno zio bislacco dalla memoria corta) fanno parte dei forti legami che tengono uniti i Lake.
Operazione gustosa e piacevole, intelligente e gradevole. Oltre ai due interpreti principali, sfoggia attori come Bill Nighy, Tom Hollander, Lindsay Duncan e in cameo l’indimenticabile Richard Griffiths nella sua ultima apparizione cinematografica. “Orecchio” alla colonna sonora che passa curiosamente dai Waterboys di Mike Scott a “Il mondo” di Jimmy Fontana.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani