Fratelli tutti, tutti fratelli. Ma come ci si può dire fratelli se anche in un periodo di emergenza sanitaria globale, come quello che stiamo attraversando a causa della pandemia, le differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri si acuiscono ulteriormente, generando un divario tra le persone sempre più discriminante e drammatico?
In occasione delle festività di questi giorni (San Lorenzo a Riccione, Santa Chiara domani presso la Chiesa di San Bernardino a Rimini, con la sorelle Clarisse, la solennità dell’Assunta a Saiano) il Vescovo di Rimini, mons, Francesco Lambiasi, proporrà durante le omelie anche la seguente riflessione a proposito di Vangelo e di vaccini.
“Mentre nei Paesi occidentali si litiga sul diritto di non vaccinarsi, al resto del mondo si nega, di fatto, il diritto di vaccinarsi.
È bene ricordare che i Paesi industrializzati già da tempo si sono accaparrati l’80% delle dosi disponibili.
Certo, va riconosciuta la legittimità della preoccupazione dei governi occidentali di garantire la salute dei loro cittadini.
‘Però – ha dichiarato il direttore generale della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Pedros Adhanon Ghebreyesus – non possiamo accettare che Paesi che hanno già utilizzato la maggior parte dei vaccini vogliano utilizzarli ancora di più, mentre le popolazioni più vulnerabili del mondo continuano a rimanere senza protezione’. (citazione di Papa Francesco)
Sta di fatto che nei Paesi ricchi risulta già vaccinato il 51% della popolazione, a fronte dell’1,36% dei Paesi poveri. In tutta l’Africa solo il Marocco dispone di vaccini per più del 20% della popolazione, mentre nello Zimbabwe – dove è attivo l’ospedale della nostra Marilena Pesaresi, attualmente diretto del nostro concittadino, il Dott. Massimo Migani – si arriva appena al 5,9 %.
Noi che osiamo dirci cristiani possiamo ritenerci tali solo a condizione che non ci vergogniamo del Vangelo della fraternità: ‘Sorelle e Fratelli tutti!’ (Papa Francesco).
Altrimenti come facciamo a dirci cristiani?”
+ Francesco Lambiasi