Le lotterie dello Stato? Un lancio di monetine ai limiti della truffa. L’educazione finanziaria? Va insegnata ai ragazzi, a scuola. E occorre accompagnare gli adulti, specie chi è più disagiato. Ed è proprio quello che ha cercato di fare Maurizio Morolli, riminese, con il corso di alfabetizzazione economica tenuto all’Università Aperta Fellini-Masina di Rimini.
Enfant prodige dell’economia volato giovanisismo nella City, Morolli ha lavorato a Londra per 11 anni prima di assumere il ruolo di Direttore Finanziario della Cassa di San Marino. Nel 2015 si è trasferito a Rimini. Ha appena dato alle stampe il libro Educazione Finanziaria. Capire gli strumenti di investimento per ottenere il massimo dai mercati finanziari.
Investire fa male, se non sai come fare. È solo uno slogan oppure una bussola fondamentale per non naufragare nel mare magnum della finanza?
“Beh, ammetto di aver cercato un sottotitolo che potesse attirare l’attenzione, come è altrettanto vero che nel campo degli investimenti l’approssimazione e il dilettantismo raramente pagano”.
Educazione finanziaria: un buon proposito oppure una strada percorribile?
“Una strada da percorrere, inevitabilmente. Per la prima volta nella storia dell’umanità, una parte preponderante della popolazione mondiale si trova ad avere un surplus finanziario. Le fatiche delle generazioni precedenti (e nostre) sarebbero state vane se non mettessimo a frutto questa ricchezza”.
Lei si rivolge ai ragazzi, ai giovani. E propugna una necessaria alfabetizzazione economico-finanziaria.
“Alfabetizzazione economica significa libertà finanziaria: prima i nostri ragazzi se ne renderanno conto, meglio sarà per loro”.
La Finanza non è solo un gioco… da ragazzi. lei ha tenuto un corso all’Università Aperta Fellini-Masina a persone più mature, adulte. Quali indicazioni ha fornito ai riminesi venuti a scuola da Lei? Ci si può accostare ai temi finanziari senza avere un bagaglio matematico e finanziario?
“Il corso era appunto rivolto alla cittadinanza adulta e senza competenze matematico finanziarie specifiche. La partecipazione è stata elevata, tanto che le lezioni si sono tenute all’auditorium messo gentilmente a disposizione dal Liceo Musicale Lettimi. Gli adulti hanno necessità educative diverse dai ragazzi in età scolare e non è detto che siano consapevoli del problema, considerando che alle generazioni precedenti non era richiesto la gestione di problematiche finanziarie. Nell’intervento di presentazione dei corsi all’apertura dell’anno academico, abbiamo sottolineato come la cultura finanziaria non sia qualcosa di utile solo per chi ha soldi da investire. È uno strumento importante soprattutto per chi è più disagiato e quindi incapace di una adeguata forma di programmazione finanziaria”.
Derivati, bolle finanziarie, banche sull’orlo di una crisi di nervi, finanza ”creativa”. Da Siena a Vicenza, come può un risparmiatore avere ancora fiducia nelle banche e più in generale nel sistema finanza?
“La fiducia è una conseguenza della conoscenza: investire fa male solo se non sai come fare. Concentrarsi su pochi accadimenti negativi sarebbe come smettere di prendere il treno perché ogni tanto, nel mondo, c’è un incidente ferroviario. Finanza e banche sono parte integrante del mondo in cui viviamo. L’alternativa è l’anacoretismo, che non mi sembra molto in auge”.
“Dare la possibilità ai ragazzi di riflettere sulla relazione tra mondo del lavoro e formazione è non solo importante ma una vera e propria emergenza”. ha scritto. È davvero convinto che laurea sinonimo di maggiore possibilità di trovare lavoro?
“È un dato di fatto: in Italia non si dà la dovuta importanza al titolo di studio. La colpa è però del sistema scolastico italiano che ancora oggi risente della riforma Gentile del 1923 la quale teorizzava la superiorità delle materie umanistico-filosofiche a scapito di quelle scientifiche e tecniche, lasciate quest’ultime alla parte meno «nobile» degli studenti. In altre parole, l’impostazione nozionistica del sistema scolastico italiano Insegna (mettere dentro) ma non Educa (tirare fuori).
Il risultato è una grande percentuale di laureati con conoscenze teoriche di ben poca utilità pratica.
Non tutto è però perduto. Per rimanere nell’ambito cittadino, cito l’eccellente Economy Week del Valturio di Rimini che proprio in questi giorni mette a confronto gli studenti con persone del mondo del lavoro, della finanza e dell’economia. Del mondo reale, insomma”.
Sia sincero: cosa deve evitare un risparmiatore tipo riminese in primis per cadere nella cattiva finanza?
“Evitare i consigli degli esperti da spiaggia potrebbe essere una buona idea. Eppoi informarsi e studiare”.
Ma è proprio necessario investire? Aumentare i propri risparmi? Non si insegue un sogno troppo grande e poco piantato per terra?
“Non solo è necessario investire, ma è auspicabile farlo il prima possibile. L’obbiettivo è quello di ottenere la libertà finanziaria, vale a dire la possibilità di cambiare macchina, fare un viaggio e mandare i figli all’università, senza doversi preoccupare delle scadenze di fine mese e delle bollette. Per chi non ha avuto la fortuna di ereditare un capitale, l’unica via per “liberarsi” è quella di costituirsi nel tempo un patrimonio e di farlo fruttare, a integrazione del proprio stipendio. Escludendo la vincita al Totocalcio, altre vie non ce ne sono”.
Eppure oggi slot machine e gioco d’azzardo sono gettonatissimi…
“Penso siano invece pochissimi a sapere che le tante lotterie che lo Stato Italiano ci propone siano giochi profondamente «non equi», al limite della truffa. In statistica, un gioco equo è quello in cui la vincita è pari alla somma giocata divisa per la probabilità di vittoria, a testa o croce abbiamo una possibilità su due di vincere. Le lotterie di stato sono paragonabili ad un lancio della monetina dove abbiamo una possibilità di vincere su tre e il terzo mancante se lo intasca lo stato. Un investimento finanziario è quanto di più lontano ci possa essere dal gioco d’azzardo. Investire in finanza è sinonimo di programmazione, analisi e competenza. Nel dubbio, sempre meglio affidarsi ad un esperto, possibilmente non in conflitto di interessi. E mai fare cose che non si capiscono”.
a cura di Paolo Guiducci