Vedi “verde” e ti arrabbi. Ma…

    Lunedì mattina. Sveglia alle 7, una veloce colazione, poi pantaloni, camicia, giubbotto e… le chiavi della macchina per raggiungere il lavoro. La giornata di molti riminesi inizia spesso così e, tra i tanti momenti immancabili, c’è il tragitto in auto fino all’ufficio. In alcuni casi, un passaggio reso necessario dalla distanza o dalle condizioni meteo, in altri invece un’abitudine difficile da abbandonare. Anche se, viste la situazione della viabilità riminese e le strade sempre più ridotte a groviera, non si tratta forse del modo più rilassante per iniziare la giornata. Sarà allora questo stress da lavoratore-automobilista che porta i riminesi a dover fare spesso i conti con le odiate multe? Insomma, siamo automobilisti indisciplinati o tartassati? Una domanda complicata, alla quale ha cercato di dare una risposta la trasmissione di IcaroTv “Diritto e Rovescio, dalla parte dei consumatori”.

    Automobilisti indisciplinati?
    “Ci sono comportamenti virtuosi ed altri meno – spiega il comandante della Polizia municipale di Rimini, Vasco Talenti – ma credo che i riminesi siano nella media nazionale”.
    Se però alcuni comportamenti sono ormai diventati una consuetudine, come mettere la cintura di sicurezza, altri non sono stati scalfiti neppure dal recente inasprimento delle sanzioni.
    “I riminesi hanno il vizio della velocità e tendono a prendere le strade per un autodromo. Da noi l’auto non è un semplice mezzo di locomozione ma assume un’importanza che va ben oltre”.
    Ed è proprio in ragione di questi comportamenti che le multe vengono ad assolvere un ruolo importante. “Le sanzioni sono un ottimo deterrente – commenta il vicesindaco e assessore alla Polizia municipale di Riccione, Lanfranco Francolini – bisogna però cercare di gestirle con un certo equilibrio relazionandosi con gli utenti per spiegare le ragioni della sanzione stessa”.
    Nonostante questo sono sempre di più gli automobilisti che si rivolgono alle associazioni di consumatori per informarsi sulla possibilità di tutelarsi contro verbali ritenuti ingiusti.
    “Parlare di multe – spiega l’avvocato Daniele Marino di Federconsumatori – significa parlare di rispetto delle regole. Un concetto che vale per tutti, anche per le Amministrazioni. Il primo passo per diventare tutti più virtuosi è una corretta informazione”.
    Informazione che, secondo molti, in alcuni casi ha fatto difetto alle Amministrazioni in tema di applicazione di nuove tecnologie: vigile elettronico, t-red, vista red.

    I nuovi mezzi elettronici
    Negli ultimi anni la tecnologia ha contribuito a far impennare le sanzioni ed anche i mugugni degli automobilisti. Oltre agli autovelox, ai quali ormai i cittadini hanno fatto il callo, i dissapori maggiori sono arrivati dal cosiddetto “grande fratello”, vale a dire le telecamere poste ai semafori (vista red) o ai varchi dei centri cittadini (vigile elettronico).
    “È vero che le sanzioni sono aumentate – conferma il comandante Talenti – però si tratta di strumenti che permettono un salto di qualità: nei quattro incroci più pericolosi della città, dove sono stati posizionati i vista red, gli incidenti sono diminuiti e grazie al vigile elettronico il centro storico è diventato più vivibile”.
    Proprio l’attivazione del vigile elettronico aveva però creato, a cavallo tra il 2007 e il 2008, notevoli tensioni a Rimini tra Comune e cittadini.
    “Nelle prime settimane di attivazione – specifica l’avvocato Marino – il problema è stato che molti automobilisti non si erano resi conto che le telecamere, posizionate da tempo, avevano iniziato però a sanzionare”.
    Dopo oltre due mesi di attivazione del vigile elettronico, molte persone si erano quindi viste recapitare a casa decine di multe da oltre 80 euro, tutte assieme. Un brutto colpo per il bilancio famigliare.
    “Secondo noi – spiega ancora Marino – in questo caso si era perso l’effetto deterrente della multa ed abbiamo quindi cercato, senza successo, una soluzione politica con l’Amministrazione”.
    Il passo successivo, quando ne esistevano i presupposti, è stato allora il ricorso al giudice di pace.
    “In molti casi (quelli relativi alle prime settimane di funzionamento del vigile elettronico) l’esito del ricorso è stato positivo e le multe sono state annullate”.
    “Il giudice – commenta il comandante Talenti – ha valutato evidentemente la buona fede dei multati. In effetti si deve riconoscere che in molti casi si trattava di un numero molto elevato di sanzioni”.

    Multe: strumento per fare cassa?
    “Le multe servono ai Comuni solo per fare cassa”.
    Un’illazione che riecheggia spesso nelle chiacchiere da bar, specie quando si vanno a spulciare le entrate che le Amministrazioni mettono a bilancio proprio con le sanzioni. Ma è vero?
    “Si tratta di un modo di pensare comune – dice il vicesindaco di Riccione, Francolini – ma le Amministrazioni in realtà applicano il Codice della Strada e gli automobilisti, nel rispetto di se stessi e degli altri, devono rispettarlo. Io personalmente sarei ben lieto se un giorno ritornassero in sede tutti i vigili senza aver fatto una multa”.

    Come contestare una sanzione
    Chi ritiene di non aver commesso un’infrazione o che si siano verificati errori formali può comunque decidere di contestarla.
    “Le opzioni – spiega l’avvocato Marino – sono due: ci si può rivolgere al Prefetto (entro 60 giorni dalla notifica dell’atto) tramite una raccomandata nella quale si illustrano le proprie ragioni e si chiede di annullare il verbale allegato in copia alla comunicazione oppure ci si può rivolgere al giudice di pace (sempre entro 60 giorni) instaurando un vero e proprio giudizio nel quale è il giudice a verificare i fatti e decidere poi se annullare o meno il verbale”.
    Per chi vuole chiarimenti senza adire le vie legali c’è anche la possibilità di rivolgersi agli uffici della Polizia municipale.
    “Noi però – conclude il comandante Talenti – possiamo intervenire sul contesto sanzionatorio solo in casi macroscopici dove manca proprio il fondamento della contravvenzione. Ad esempio nel caso del divieto di sosta contestato prima del cartello di divieto”.
    Chi non è convinto della propria irregolarità deve sapere anche che se paga subito, ammette, dal punto di vista legale, la propria colpevolezza e perde la facoltà di fare ricorso. Altre notizie utili: il verbale deve pervenire entro 150 giorni dall’infrazione e deve essere compilato correttamente. Qualsiasi errore (mancanza dell’ora, numero di matricola del vigile, articolo dell’infrazione o ritardo oltre i termini) dovrebbe rendere nulla la contravvenzione. Un’ultima nota: dal primo gennaio il ricorso al giudice di pace non è più gratuito ma costa 38 euro. Insomma, anche quando si cerca di non pagare si finisce sempre per mettere mano al portafoglio.

    Andrea Polazzi