Sarà la vecchiaia ormai incombente, ma il discorso di Greta Thunberg all’ONU mi ha davvero impressionato, con quel misto di tenerezza, fragilità, rabbia e impazienza che lo hanno caratterizzato, con il volto della sedicenne, quasi tormentato dalle parole violente che uscivano dalla sua bocca. È vero, non c’è più tempo per giocare con un futuro che si annuncia sempre più drammatico.
Lo ha scritto anche il Papa ai partecipanti al Climate Action Summit, che si tiene al Palazzo di Vetro. Le parole del Pontefice rivolte alla politica e all’economia non sono state molto più dolci di quelle di Greta: “A quattro anni dagli storici accordi di Parigi gli impegni assunti dagli Stati sono ancora molto fluidi e lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati”. “Accanto a tante iniziative, non solo da parte dei governi ma dell’intera società civile, è necessario chiedersi se vi sia una reale volontà politica di destinare maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente”.
Secondo papa Francesco “anche se il pianeta ne soffre, la finestra per un’opportunità è ancora aperta”. Da qui l’invito: “Ancora siamo in tempo. Non lasciamo che si chiuda. Apriamola con il nostro impegno a coltivare uno sviluppo umano integrale, per assicurare alle generazioni future una vita migliore. Il futuro è il loro, non il nostro”.
È impressionante notare la sintonia fra il discorso dei giovani di Fridays for future e quello di questo Papa, vecchio negli anni, ma non certo nello spirito: “Mentre l’umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità”. Poi le parole della Laudato si’: “Con onestà, responsabilità e coraggio dobbiamo mettere la nostra intelligenza al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale, che sia capace di mettere l’economia al servizio della persona umana, di costruire la pace e di proteggere l’ambiente. Il problema del cambiamento climatico è legato a questioni di etica, equità e giustizia sociale”.
Più volte papa Bergoglio ha evidenziato che l’attuale situazione di degrado ambientale è legata al degrado umano, etico e sociale, come le cronache sottolineano ogni giorno. “E questo ci obbliga a riflettere sul senso dei nostri modelli di consumo e di produzione e ai processi di educazione per renderli coerenti con la dignità umana”. Bene, adesso provate a rileggervi l’intervento di Greta all’ONU.