Home Attualita Vecchia crisi, quanto sei… giovane!

Vecchia crisi, quanto sei… giovane!

Si salva solo il turismo nella Caporetto riminese del lavoro. Il primo trimestre 2013, stando ai dati diffusi venerdì scorso dalla Camera di Commercio di Rimini per l’11ª Giornata dell’Economia, ha registrato una vera e propria strage di segni meno. Dall’occupazione alle imprese, dal credito all’export che torna a scendere dopo qualche anno di ripresa.
Il ritornello è sempre lo stesso: la crisi non s’arresta, e i dati sono lì pronti, impietosi a dimostrarlo. Sempre più pessimista il presidente dell’Ente camerale riminese, Manlio Maggioli, sottolinea come soffrano “tutti i settori, in particolare metalmeccanica ed edilizia”. Colpa di un sistema che vede le aziende “strozzate da una tassazione molto alta: molta parte degli utili, quando ci sono, devono essere devoluti al pagamento delle imposte – aggiunge Maggioli -. Questo lascia meno spazio agli investimenti. Se poi ciò accade quando la richiesta del mercato è in calo, ancora meno si ha la possibilità di investire”.

Non è un paese per giovani. Le nuove generazioni sono le più penalizzate in questo vortice. Lo si vede nel tasso di disoccupazione giovanile che in provincia sfiora il 15,8% tra i 15 e i 29 anni (8,5 maschile e 26,4 femminile) e addirittura il 20,5% nella fascia sotto i 24 anni.
Va male per chi cerca un lavoro, ma non sembrano esserci più opportunità neppure per chi cerca di aprire una sua attività. Rispetto a marzo 2012, il numero di imprese gestite da giovani sotto i 30 anni è sceso, in provincia, del 3,7%. Negli ultimi quattro anni la flessione è stata addirittura del 17% con oltre 400 cessazioni. Nel sottolineare come sia stato consolidato il rapporto con UniRimini, la società per lo sviluppo del Campus riminese dell’Università di Bologna, Maggioli ha auspicato una maggiore collaborazione tra formazione e mondo del lavoro.

Senza impiego. Da gennaio a marzo 2013 il numero di avviati (nuovi assunti) scende a 16.270 (-4,7%), quello degli avviamenti (che possono riguardare anche uno stesso lavoratore) a 20.209 (-1,1%). I nuovi rapporti assumono una durata sempre più breve tant’è che il contratto “a chiamata”, o “intermittente”, che prima della crisi toccava una minima parte delle assunzioni in provincia, arriva al 20%. Molto dipende dal forte peso del turismo (inteso come alberghi e ristorazione) che assorbe ormai quasi la metà della manodopera provinciale (43% contro il 37,8% di un anno fa) mentre il manifatturiero continua a “perdere pezzi” passando dal 6,5 al 4,3%.

Gli ammortizzatori. Aumenta in maniera preoccupante l’utilizzo della Cassa Integrazione Straordinaria: con oltre 1 milione e 600.000 ore autorizzate, vede un’impennata, da gennaio ad aprile 2013, del 165,5%. In generale, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (Cig) aumenta del 74,3% penalizzando soprattutto il manifatturiero (oltre 1.200.000 ore) e facendo registrare la più alta variazione percentuale nell’artigianato (+129,3%).

Produzione ed export. La strage dei segni meno continua se si considerano le principali variabili del manifatturiero. La produzione segna un -2%, il fatturato un -2,8, gli ordinativi -0,9. Calano anche i numeri dell’import e dell’export, rispettivamente in discesa del 3,5 e 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2012. Era dal 2009 (primo anno di recessione) che le esportazioni riminesi non segnavano un decremento, oggi causato soprattutto dal brusco rallentamento dell’industria cantieristica, settore cardine per l’economia riminese, ed in particolare del prodotto “navi e imbarcazioni” (-34,6%). Le difficoltà vissute dalla Ferretti Yacht ne sono un chiaro esempio.

Credito col contagocce. Il credito, specie alle imprese, continua a diminuire. Da gennaio a marzo secondo i dati diffusi dalla Camera di Commercio, sono stati erogati 700 milioni di euro in meno in provincia (da 12.547 milioni a 11.810 milioni, -5,9%). Cresce, per contro, la raccolta bancaria: i depositi totali passano infatti, in un anno, da 6.834 milioni a 7.499 (+9,7%). Non sembrerebbe esserci quindi un problema di liquidità, se non fosse per un aumento delle sofferenze bancarie che ammontano a 927milioni di euro (+24,6%). È il dato più alto in regione.

Alessandra Leardini