La parola di papa Francesco, pur pronunciata con molti sorrisi, man mano che passa il tempo, ci pare, nella pratica, sempre più dura, faticosa, segno di contraddizione, poco diplomatica e accomodante. Ma se la esaminiamo con attenzione (e non solo attraverso i titoloni dei giornali) non aggiunge nulla di nuovo, perché ripropone nella sua interezza, con insistenza, una Parola che già ben conosciamo, il Vangelo. E lo propone con una coerenza che ormai ci è sconosciuta e sulla quale ognuno di noi, come persona e come Chiesa, è chiamato con coraggio e verità a interpellarsi. Il Vangelo, pur ricco di misericordia, non fa sconti, nè mediazioni politiche (quelle le fa chi governa) e spinge la Chiesa ad essere sempre più alternativa rispetto ad un modo di pensare che ormai poco ha da spartire con la parola e i gesti di Gesù. Accade così che mentre a Roma il Papa chiudendo l’Anno giubilare afferma che “la misericordia non può essere una parentesi”, e invita i cristiani “a portare la carezza di Dio ai più poveri e agli ultimi”, a Santa Maria del Monte (Saludecio), terra del santo Amato Ronconi, un gruppo di persone contesta apertamente il parroco di aver accolto nella canonica, quasi in disuso, un gruppo di ex carcerati che nella vicina cooperativa di San Facondino cercano un riscatto, una vita diversa. Certamente è la paura che spesso la fa da padrona e che porta le persone a fare scelte ed esprimere opinioni, che vanno spesso oltre il desiderio di offendere, ma i toni e la strumentalizzazione di una comunità intera, messa in atto da poche persone, non è stata ben digerita neppure dai residenti. Un dissenso dunque che non è di tutta la comunità civile (il Sindaco ha preso le distanze) né tantomeno ecclesiale. Senza dimenticare che la scelta era già passata e approvata nel Consiglio Pastorale e nel Consiglio per gli Affari Economici parrocchiale, che sono gli organismi rappresentativi oggi utilizzati. E se il problema accampato è quello di uno spazio per l’aggregazione della zona, i sacerdoti hanno fatto sapere che la stanza a piano terra può benissimo essere ristrutturata ed è ampia come quella superiore concessa per l’accoglienza contestata. Ma poi di che stiamo parlando? Di una decina di persone che hanno sbagliato, e per questo pure sofferto molto e dopo un lungo percorso fatto anche attraverso le case di recupero della Papa Giovanni, abbracciano ora la concreta possibilità di ricostruirsi una vita. Una decina di persone che da 10 mesi sono già in quella casa e che non risulta abbiano compiuto nulla di male. Invece che contestarle, il Vangelo ci invita ad accoglierle ed integrarle. Dall’amore nasce amore, dalla chiusura solo povertà umana.
di Giovanni Tonelli