Con questa intervista a don Tarcisio Giungi, vicario episcopale per la Pastorale (nella foto con il Vescovo), inizia il nostro cammino alla scoperta degli Uffici pastorali della Diocesi riminese e della vita della nostra Chiesa diocesana.
Quali sono i compiti del Vicario Episcopale per la Pastorale?
“In teoria i compiti sono tanti e importanti; in pratica bisogna fare i conti con i limiti oggettivi e soggettivi. Come dice il termine, il vicario per la pastorale è chiamato ad aiutare e rappresentare il Vescovo per tutto quello che riguarda la pastorale, cioè la vita della Chiesa. Di fatto il compito più importante è quello di coordinare le attività degli uffici pastorali, in modo che non vadano ciascuno per proprio conto, ma servano la vita del popolo di Dio nel proprio settore. Per questo nella nostra Diocesi esiste da tempo il cosiddetto “Ufficio Pastorale”, presieduto appunto dal Vicario per la pastorale, che comprende i direttori e i responsabili degli uffici e servizi pastorali. Il compito di tale Ufficio è quello di rendere operative le indicazioni che il Vescovo, aiutato dal Consiglio Presbiterale, vuole dare alla sua Chiesa”.
Quanti e quali sono gli Uffici pastorali?
“Gli Uffici pastorali propriamente detti sono dieci, ai quali si debbono aggiungere due servizi, la Commissione diocesana per l’ecumenismo e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Proviamo ad elencarli e a indicare le loro finalità:
– Ufficio catechistico diocesano: sostenere e promuovere l’evangelizzazione e la catechesi in Diocesi;
– Ufficio liturgico diocesano: promuovere e sostenere la riforma liturgica voluta dal Vaticano II. Un compito specifico e prezioso è la formazione e il sostegno dei ministeri per la liturgia.
– Caritas diocesana: animare, coordinare e promuovere la testimonianza della carità e l’attenzione ai poveri. Si articola in diversi settori.
– Ufficio pastorale familiare: promuovere la pastorale della famiglia secondo le indicazioni del Magistero. Anch’esso si articola in diversi settori.
– Ufficio di pastorale giovanile: coordinare, pensare e orientare in modo unitario la pastorale giovanile.
– Ufficio diocesano vocazioni: richiamare le comunità cristiane della Diocesi a mettere al centro della pastorale l’attenzione alle vocazioni di ogni tipo.
– Ufficio pastorale sociale che è articolato in diversi settori: animare alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa i campi del lavoro, dell’economia e della politica.
– Ufficio scuola (un tempo all’interno dell’Ufficio catechistico): seguire la pastorale nell’ambiente della scuola e, in particolare, l’insegnamento della religione cattolica.
– Ufficio missionario diocesano (Missio): sensibilizzare la Chiesa diocesana alla dimensione missionaria che le è propria e di coordinare l’aiuto alle missioni.
– Ufficio pastorale della salute: animare e coordinare l’attenzione della Chiesa alle persone malate e agli operatori socio-sanitari.
A questi dieci Uffici si aggiungono l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli”, il Servizio per le comunicazioni sociali della Diocesi, il Servizio diocesano per il progetto culturale, chiamato ad animare la pastorale della cultura e, infine, la Commissione diocesana per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso. In via di definizione giuridica è ancora il Servizio per il catecumenato. Insomma, una bella famiglia di quindici realtà, chiamate a collaborare per la vita della nostra Chiesa.
Quando sono nati?
“Gli uffici diocesani sono nati in tempi diversi e con nomi diversi. Fu il vescovo monsignor Locatelli, nella seconda metà degli anni ’70, a dare vita ai “centri pastorali” (così si chiamavano allora), creando così un terzo settore della Curia diocesana, accanto alla Cancelleria (potrebbe essere definito l’ufficio notarile del Vescovo) e all’Economato. Alcuni Uffici esistevano anche prima: ad esempio l’Ufficio Catechistico, che aveva il compito di seguire l’attività catechistica e gli insegnanti di religione cattolica. Vi era comunque una forma di coordinamento anche di altri settori, ad esempio l’aiuto ai missionari. La fondazione e l’organizzazione degli Uffici Pastorali furono il segno della consapevolezza, derivata dal Concilio Vaticano II, di essere un’unica chiesa diocesana stretta intorno al Vescovo.
Naturalmente gli Uffici sono sorti in tempi diversi, suggeriti anche dal cammino della nostra Chiesa e dalle urgenze pastorali: ad esempio, il Servizio per il progetto culturale è nato in seguito all’impulso dato dal convegno ecclesiale di Palermo; il servizio per il catecumenato, come già detto in via di precisazione è sorto per rispondere ad una esigenza degli ultimi tempi.
Insomma, sono due i perni attorno ai quali si strutturano gli uffici e i servizi pastorali: da un lato l’attenzione alla storia e alla vita della Chiesa chiamata ad essere fedele al Signore in tempi e luoghi precisi e, dall’altro, la ricerca dell’unità della Chiesa diocesana, articolata sì in parrocchie e in comunità, ma pur sempre unica e vera Chiesa di Dio che è in Rimini. La nostra Chiesa”
Francesco Perez