Quali saranno le parole chiave che rimarranno di questo 2011, anno del 150esimo anniversario dell’Unità di Italia? Orgoglio, patriottismo, democrazia? In realtà i termini più ricorrenti sembrano ben altri: jackpot, betting, slot e via dicendo.
Già da tempo l’azzardo legalizzato si stava sdoganando: bar che diventano sale slot, poker in tv a tutte le ore, moltiplicazione sfrenata di gratta e vinci e affini. E lo si poteva vedere anche sui nostri litorali, nelle sale giochi con veri e propri separé per le slot che sembrano gli stanzini vietati ai minori dei videonoleggi. Si è pure paventata l’apertura di una sala slot alla stazione di Rimini, per alleggerire l’attesa dei visitatori tra un (raro) treno e l’altro e alleggerire anche i loro portafogli. Ma pare che la proposta abbia trovato un’opposizione trasversale su cui confidiamo. Qualcuno ricorderà i ciclici dibattiti sull’opportunità di aprire un casinò in Riviera. Dibattiti superati: oggi il casinò non solo è al bar ma, grazie a internet, è come averne uno in ogni casa. Fuori luogo chiamare in causa l’Unità d’Italia? Ormai gli onnipresenti spot dei giochi d’azzardo online si sono infilati anche in mezzo alle partite della Nazionale, oggi una delle poche indiscusse espressioni dell’unità nazionale. E proprio quest’anno, in cui di ben altri valori si voleva parlare, con la legalizzazione del gioco d’azzardo ci accorgiamo sempre più di vivere in una Repubblica fondata sulla scommessa.