Una valle laboratorio. L’Alta Valmarecchia è stata scelta a livello europeo come “officina” per la riduzione delle emissioni di carbonio, nell’ambito del progetto LoCaRe, Low Carbon Economy Region. “Sei regioni europee – spiega Stefania Sabba, assessore provinciale all’Alta Valmarecchia, energie e politiche per lo sviluppo – , hanno unito le proprie forze per realizzare un’iniziativa destinata a ridurre le emissioni di C02 dei propri territori. L’obiettivo del progetto è sviluppare soluzioni a basso contenuto di carbonio a livello regionale e locale e contribuire allo stesso tempo alla crescita economica che per quanto riguarda l’Alta Valmarecchia, si basa sulla green economy e in particolare sulla diffusione del fotovoltaico, per una pratica basata sulla salvaguardia dell’ambiente”.
Le soluzioni saranno sviluppate attraverso diverse attività di collaborazione tra municipalità e regioni europee interessate. A questo proposito è previsto un workshop in vallata il 16 e 17 novembre per fare il punto della situazione. Le sei regioni coinvolte nel progetto, oltre all’Emilia Romagna, provengono da Danimarca, Olanda, Slovenia, Spagna e Svezia. Per Mauro Guerra, assessore all’ambiente della comunità montana Alta Valmarecchia: “l’area è vocata per lo sviluppo sostenibile, con impianti fotovoltaici e altri tipi di impianti, che qualificheranno ulteriormente la qualità dello sviluppo in vallata”.
Le regioni coinvolte lavoreranno su tre tematiche che sono strategiche: new climate, new energy e new leadership. Gli enti lavoreranno insieme in sottoprogetti che si riferiscono a cinque sottotematiche: l’uso dell’energia rinnovabile nei sistemi energetici locali, ritenzione ed immagazzinaggio di carbonio, aprovvigionamenti, pianificazione territoriale con basse emissioni di anidride carbonica ed empowerment dei cittadini.
Il progetto LoCaRe prevede un finanziamento pari a 4 milioni di euro. La raccolta dei dati relativi al progetto è a carico dell’Arpa regionale.
Peccato che mentre si guarda con interesse all’Europa e si sponsorizza lo sviluppo sostenibile, il parco eolico Poggio Tre Vescovi Fresciano, proposto da Casteldelci (in sinergia con Badia Tedalda e Verghereto) sia stato bocciato: l’impatto ambientale è troppo invadente. Il sindaco di Casteldelci Mario Fortini è andato su tutte le furie. La bocciatura riguarda aspetti sia ambientali che paesaggistici. Rimini aveva chiesto approfondimenti, “ma trovandoci di fronte a posizioni così contrastanti – allarga le braccia la Sabba – non sono state neppure prese in considerazione e si è deciso di rimandare la decisione all’organo superiore, ovvero il Consiglio dei Ministri”. L’eolico in alta Valmarecchia inizierà a girare “grazie” al Consiglio dei Ministri? La situazione è ingarbugliata. Per Fortini parlano i numeri e l’iter fin qui svolto. “L’area è già stata prevista dalle pianificazioni di regioni e provincie come zona per impianti eolici, – non si dà pace il sindaco – la qualità del vento è ottima per intensità e ore di durata, l’opera produrrà per 30 anni 122Mw di potenza, abbatterà 3.900.000 tonnellate di CO2, darà lavoro per tre anni a ditte del posto ed impiegherà oltre 30 giovani in fase di esercizio. Inoltre metterà in stabilità i versanti, compenserà le poche piante che dovrebbero essere rimosse e soprattutto farà un investimento di oltre 260 milioni di euro”. Un progetto che rischia di sbattere al vento.
Patrizio Placuzzi