Una vittoria che parla anche riminese. È quella ottenuta dalla Nazionale italiana di baseball, capace di riconfermarsi campione d’Europa per la decima volta nella sua storia, bissando così il titolo conquistato nel 2010 in Germania. A guidare la spedizione in terra olandese il capitano degli Azzurri, Mario Chiarini, il giocatore più amato dai tifosi dei Pirati, che sotto l’arco d’Augusto c’è nato e cresciuto.
A rendere il successo ancora più esaltante, oltre alla presenza di ben sette giocatori di casa nostra tra Pirati e T&A San Marino, il fatto che sia stato ottenuto dopo aver superato in finale gli eterni rivali, nonché padroni di casa, dell’Olanda. Senza contare che gli “Orange” si sono presentati ai blocchi di partenza della massima competizione continentale da campioni del Mondo, con la voglia matta di festeggiare al meglio il centenario della fondazione della loro federazione del batti e corri.
“Siamo partiti con un’idea, riuscendo a fare quanto stabilito. – commenta Chiarini – E quando questo accade è sempre bello”.
È stato lei a sollevare il trofeo verso il cielo di Rotterdam. Che sensazione è stata?
“Alzare la Coppa al cielo è stata una bella soddisfazione. Durante il nostro percorso nell’Europeo abbiamo dimostrato grande superiorità. Per nove partite siamo stati in grado di dar prova di essere una formazione molto forte e completa”.
I favori del pronostico non sorridevano di certo all’Italia. Sapevate di dover rincorrere gli Orange oppure non ci pensavate?
“Da 35 anni non vincevamo un Europeo in Olanda, quindi eravamo a conoscenza di quanto potesse rivelarsi difficile potercela fare. Il nostro obiettivo minimo era la finale. Il fatto di affrontare i campioni del Mondo era un elemento che non spaventava, perché negli ultimi dieci anni l’Olanda è cresciuta tantissimo e quindi la sua forza si conosceva”.
Cosa è stato determinante nel corso della finale che avete vinto col punteggio di 8-3?
“Probabilmente ha fatto la differenza l’approccio alla gara. Li abbiamo sorpresi, non si aspettavano che noi fossimo così in palla. Forse dipendevano troppo dal cuore del line up di cui disponevano”.
Per lei è stata un’annata sportiva molto lunga. Prima la finale scudetto con i suoi Pirati e poi la cavalcata trionfale nell’Europeo con gli Azzurri. Se la sente di tirare qualche somma?
“La stagione con il Rimini sarebbe stata super con la vittoria del campionato. Quando si arriva alla fine e si perde la delusione c’è sempre. Tra l’altro è stata l’unica finale scudetto che ho perso finora. Poi sono arrivato all’Europeo non sentendomi bene nel box di battuta. Le partite della prima fase sono filate via abbastanza bene. In finale contro l’Olanda ho battuto a casa due punti importanti e per questo sono contento”.
Matteo Petrucci