C’è chi accompagna i nipotini a scuola, chi intreccia memorie passate con insegnamenti per il futuro, ci sono quelli attivi nel sociale, ci sono gli “angeli” dei parchi cittadini e poi ci sono loro, i baby sitter tuttofare a casa dei figli che lavorano. Sono i nonni. Una volta visti come “peso” e ora riscoperti come risorsa fondamentale della società. In provincia la popolazione con più di 65 anni, al 31 dicembre 2009, era di 31.182 persone, ovvero il 22% dei cittadini residenti. Di questi, 4.617 hanno più di 85 anni, con tanto di 34 ultracentenari. Un esercito pacifico pronto a dare manforte alle nuove generazioni. Averne uno in casa ti assicura di poter tirare il fiato nel menage quotidiano. E per chi non ne ha a portata di telefono, basta rivolgersi alle cooperative sociali ed ecco un nonno a correre in aiuto.
Risorsa anziani
Come avviene all’Auser.
“Al nostro interno – spiega il presidente, Paolo Zani – possiamo contare 330 volontari pronti ad attivarsi quotidianamente. Pensionati che si occupano di altri anziani tra i 75 e gli 85 anni. Attualmente, in provincia, abbiamo in piedi oltre 80 progetti”.
Tra questi ci sono servizi come l’accompagnamento e il trasporto per terza e quarta età e disabili, per recarsi a fare la spesa, comprare medicine o fare visite specialistiche, ma anche servizi di compagnia a persone sole, per combattere la depressione e il disagio sociale; la consegna dei pasti a domicilio e tutti i molteplici progetti che riguardano la solidarietà e la cura dell’individuo. Poi ci sono i servizi alla comunità, come la manutenzione delle aree verdi, soprattutto nelle zone frequentate dai bimbi. Altri sono impegnati a vigilare e far attraversare la strada davanti alle scuole, o sorvegliano strutture pubbliche e sportive, o musei.
Poi c’è il servizio di scuolabus e da un paio di anni anche il Piedibus: una serpentina di alunni gioiosi che ogni mattina, ecologicamente e in sicurezza, raggiungono il proprio edificio scolastico, seguendo un percorso stabilito.
Ricordare per essere
A proposito di scuola. Un altro progetto molto bello che vede protagonisti i nonni si chiama “Ricordare per essere” ed è stato pensato dalla cooperativa Millepiedi, dall’Auser in collaborazione con gli alunni della scuola elementare “Toti”.
“Il progetto è stato pensato per promuovere lo scambio intergenerazionale tramite il coinvolgimento di anziani ultra 75enni – spiega la psicologa Erika Zaghini della Millepiedi – anche sofferenti di demenza senile ai primi stadi, favorendo la socializzazione attraverso la conoscenza reciproca, la confidenza e condivisione dei propri ricordi sul mondo di una volta, prevenendo così le malattie sociali del disadattamento e della solitudine”.
Il progetto, partito nel mese di ottobre e che terminerà a giugno, vede la partecipazione attiva della II A, B e C e delle IV A e B. Nei mesi precedenti l’inizio dell’anno scolastico con un gruppo di una decina di anziani sono state raccolte le memorie relative a infanzia, scuola, filastrocche, dialetto e giochi di una volta.
“Abbiamo raccontato, per esempio, come si lavavano i panni, che una volta ci si recava al lavatoio pubblico o al fiume e tutti sono rimasti a bocca aperta. Non potevano credere che non ci fosse la lavatrice!”.
In un incontro mensile per classe, ogni tema viene affrontato paragonando quello che avveniva nel passato con quello che avviene nel presente, attraverso racconti e disegni.
“Tutto sta procedendo nel migliore dei modi – specifica la psicologa – grazie alla partecipazione attiva di junior e senior, che da titubanti e ansiosi per il nuovo compito, hanno preso coraggio e fiducia in se stessi, rispondendo con sempre maggior prontezza alle domande e alle tante curiosità degli scolari. E anche chi aveva difficoltà nel rapporto con gli altri, è riuscito grazie ai bambini ad emergere e a sentirsi ancora parte importante della rete sociale”.
La società sarebbe più povera senza il consiglio e l’apporto degli anziani, dal momento che loro possono “guardare alle vicende terrene con più saggezza” ed essere capaci di “proporre ai giovani consigli e ammaestramenti preziosi”. (cfr. Lettera di Giovanni Paolo II agli anziani, n. 9). Ed è questa la principale lezione che passa: i racconti dei nonni devono diventare un tesoro per le future generazioni, dandogli modo di poter riflettere sul loro presente.
“Noi da piccoli abbiamo sofferto la fame, le guerre, non avevamo nulla, ma ce l’abbiamo fatta. È importante che i bambini lo sappiano – racconta nonno Urbano – perché imparino a guadagnarsi quello di cui hanno bisogno”. Urbano Berardi ha passato l’ottantina, ma è sempre in prima fila per canti, balli e travestimenti e per scrivere nuove poesie. A carnevale ha intrattenuto gli alunni, leggendo filastrocche, e detti riminesi, mascherato da Zorro, insieme alle altre compagne di avventura, nonna Seconda e nonna Silvia.
Tra i racconti, anche come si trascorreva la Vigilia della Pasqua: si andava (le femmine) con la mamma nel forno a fare la ciambella. Tutti andavano a benedire le uova sode, che prima si coloravano e poi si ponevano in un bel paniere.
Cinzia Sartini