INTERNET sì o internet no: questo è il problema che affligge molte famiglie. Da una parte ci sono le richieste dei figli che premono per avere anche loro, come l’amico del cuore, l’accesso alla “rete delle reti”; dall’altra tutte le preoccupazioni che aleggiano intorno ad un universo in molti casi ignoto a mamma e papà. Parliamo del web (con tutti i derivati, da Messenger a You Tube) come del cellulare di ultima generazione, capace di trasformarsi in videofonino e di ricevere filmati e immagini nonché di scaricarle direttamente dal “cyberspazio” in qualsiasi momento… Tutte operazioni difficili da gestire in famiglia e che, molto spesso, i genitori neppure si immaginano.
La chat, nuovo mezzo di comunicazione istantanea tramite pc e linea telefonica, sempre più in voga tra i giovanissimi, è solo uno dei canali che possono aprire le porte a interlocutori sconosciuti e poco graditi, così come la navigazione on line può facilmente portare a immagini e siti equivoci. Cosa fare per prevenire questi disagi?
Lo abbiamo chiesto a Renato Laurita che nella sua triplice veste di insegnante, formatore e imprenditore informatico, sul tema ha anche scritto un libro, Minori in rete. Come proteggerli dai pericoli del web.
È una buona strada quella di negare tout court ai figli computer e internet?
“No. Io sono più favorevole ad un uso consapevole che va valutato prima di tutto sulla base dell’età: non vedo il motivo perché un bambino di scuola elementare debba accedere ad internet, anche se non negherei il computer, sempre più parte della programmazione scolastica. È poi importante il livello di fiducia tra genitore e figlio, che non si può basare sulla limitazione (che anzi favorisce passioni morbose) ma sulla regolamentazione. Occorre spiegare che internet è come una strada: utile ma anche pericolosa. E prendere coscienza insieme dei rischi”.
Dunque consentire l’utilizzo, ma dando regole precise. Quali?
“Una è quella di non posizionare mai il pc nella stanza dei ragazzi. Internet deve essere uno strumento per tutta la famiglia in un luogo comune, come il salotto. Qui il figlio può essere visto mentre ‘naviga’ senza avere la sensazione di essere controllato. Un’altra regola riguarda l’orario: è bene trasmettere ai figli il valore del tempo che può sfuggire quando si usano questi strumenti”.
Se ‘navigando’ con i figli, magari per una ricerca scolastica, si incappa in qualche immagine o sito equivoco, come rimediare?
“Non drammatizzerei la cosa: i nostri ragazzi ormai sono bombardati da questo tipo di immagini, basti pensare a molta pubblicità. Cercherei di far capire che internet può essere una porta d’accesso anche a questo”.
I filtri e sistemi di protezione sono veramente sicuri?
“Non ci sono soluzioni informatiche a questo problema. Il filtro può essere un aiuto nell’età dai 10 ai 14 anni, ma dopo i 15 deve essere man mano sostituito da una soluzione educativa: si può chiedere al figlio a fine giornata cosa ha trovato di carino su internet, come se gli riconoscessimo una competenza che noi non abbiamo. Se si sentirà valorizzato sarà più facile farsi raccontare anche episodi spiacevoli”.
Come prevenire in particolare il pericolo chat?
“La chat è un modo facile e gratuito per ‘trasgredire’: penso alla ‘brava ragazzina’ che sceglie come nickname (soprannome) ‘mutandina d’oro’… È un gioco per assumere un’identità diversa. Ai ragazzi, come insegnante, consiglio sempre di custodire gelosamente i propri dati personali, di non darli a chicchessia, a meno che non siamo sicuri di chi c’è dall’altra parte. I ragazzi molto spesso vorrebbero che gli incontri in chat diventassero reali e non hanno coscienza dei pericoli (pedofili, ecc.). Parliamogliene senza pudori”.
Il cellulare è sempre più legato ad internet. A quale età è giusto comprarlo?
“Vedo spesso dei bambini di 9 anni col telefonino, penso che sia scorretto. Il problema è quando determina l’ingresso in un club: se non ce l’ho sono diverso. Raramente viene usato dai giovanissimi per andare su internet, più spesso per sms e scambio di filmati. Occorre far capire al figlio che se gli si regala il cellulare, è perché c’è un motivo, come l’eventuale reperibilità, e l’uso deve essere quello. Il videofonino? Spesso risente dell’effetto emulazione dato anche da molte notizie in tv, anche qui è sempre opportuno parlarne insieme. Con giudizio”.
Alessandra Leardini