Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri. Una forbice che anche a Rimini si allarga ogni giorno di più e che nega bisogni e diritti a fasce sempre più vaste di popolazione. Stranieri, italiani, bambini, anziani, perché la povertà non guarda in faccia a nessuno. È inquietante la fotografia che emerge dall’ottavo rapporto sulle povertà presentato dalla Caritas. Aumentano le richieste d’aiuto, cresce il numero delle famiglie in difficoltà e, nel contempo, diminuiscono le risorse pubbliche per far fronte a una crisi senza precedenti.
Nel corso del 2011 sono state quasi 7mila le persone che hanno bussato alla porta dei Centri d’ascolto (contro i 6mila del 2010). Considerando che almeno il 40% di queste richieste sono giunte da persone che vivono in famiglia, la Caritas stima che complessivamente in provincia siano oltre 15mila le persone in stato di bisogno e, tra queste, anche tanti bimbi in tenera età. Un dato confermato anche dalle rilevazioni dell’ufficio Statistica della Provincia, che registra oltre 6mila famiglie residenti, nel 2010, in condizione di disagio economico. Ma chi sono queste persone? Non solo immigrati. Certo, nella graduatoria delle povertà, romeni, marocchini, ucraini, albanesi, tunisini, insieme con altre decine di nazionalità, rappresentano la quota più consistente (5.296 i casi seguiti nel 2011, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente). Ma tantissimi, e in continua crescita, sono gli italiani: 1.622 persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto, contro i 1.237 del 2010. E non solo persone di passaggio alla ricerca di un lavoro estivo ma, per oltre la metà, riminesi residenti. Persone che hanno perso il lavoro o che un lavoro ce l’hanno, ma a metà mese lo stipendio è già finito, padri di famiglia che non sanno come pagare l’affitto e rischiano lo sfratto, persone che hanno dei guai in casa o che devono affrontare una malattia. E tra gli italiani, problema nel problema, ci sono gli anziani soli, affamati di cibo e compagnia che, dopo aver lavorato una vita, sono costretti a elemosinare un piatto caldo alla Caritas. Nel corso del 2011 la mensa della Caritas diocesana ha sfornato 82.493 pasti, con un aumento del 12% rispetto ad un anno fa. Senza contare gli oltre 18mila pacchi viveri distribuiti alle famiglie bisognose. Basterebbe farsi un giro verso mezzogiorno dalle parti di via Madonna della Scala per conoscerli, i nuovi poveri. “Non credevo di vedere tanta gente così dignitosa e ben vestita arrivare in mensa” han confessato alcuni scout in servizio volontario. Senza sapere che quella giacca quasi elegante è l’ultima cosa che gli è rimasta per nascondere al mondo la propria condizione e illudersi di non essere come gli altri.
Ma la casa mia, dov’è?
Gran parte delle richieste di aiuto arrivate alla Caritas hanno riguardato il problema casa indicato come prioritario dal <+cors>Report 2011<+testo_band>: cresce sempre più sia il numero delle persone che non riescono a far fronte alle spese dell’alloggio, sia di coloro che un tetto sulla testa proprio non ce l’hanno. Nonostante Rimini abbia abbondanza di alloggi ma purtroppo in molti casi tristemente sfitti: almeno 16mila secondo i dati del Comune. Le persone che hanno chiesto un aiuto per far fronte a locazioni, bollette, rate del mutuo nel 2011 sono state 3.912, a fronte delle 2.858 dell’anno precedente, con un aumento di quasi il 37%. Si tratta per lo più di pensionati e di famiglie che avevano fatto un mutuo per l’acquisto della casa e che, perso il lavoro, non sanno più come pagare le rate. La crescente difficoltà a far fronte alle spese dell’abitazione è testimoniata anche dall’elevato numero degli sfratti, più che raddoppiato in un anno: dai 32 del 2010, si è passati ai 74 nel 2011. Anche l’associazione “Famiglie insieme”, che distribuisce piccoli prestiti a famiglie in difficoltà, conferma che le spese dell’abitazione assorbono gran parte degli aiuti. Nel corso del 2011 l’associazione ha sostenuto 413 famiglie con 540mila euro: il doppio dei prestiti concessi nel 2008. E il 70% dei soldi sono serviti per far fronte alle spese per la casa. In contemporanea cresce anche il numero di chi una casa non ce l’ha: sono 1.018 i senza dimora, di cui 80 hanno residenza nella provincia di Rimini e hanno dunque diritto ad una tutela da parte dei Servizi sociali dei Comuni.
La geografia della solidarietà
Nella situazione descritta, i Centri di ascolto Caritas della Diocesi hanno risposto e continuano a rispondere con una lunga serie di interventi. Impossibile elencarli tutti, anche perché in molti casi sfuggono ai meccanismi ufficiali della rilevazione. Tra i dati più significativi, ricordiamo gli oltre 16mila colloqui effettuati con persone in stato di bisogno, i quasi 18mila pacchi viveri, gli oltre 82mila pasti serviti alla mensa di via Madonna della Scala, i 1.300 pacchi con alimenti e prodotti per neonati, i quasi 10mila indumenti distribuiti, gli oltre 17mila pernottamenti tra prima e seconda accoglienza e poi le docce (oltre 4mila), i mobili per arredare la casa, gli aiuti economici per le situazioni d’emergenza. Oltre alla Caritas diocesana e alle 33 Caritas parrocchiali, la geografia della solidarietà sul territorio riminese comprende l’Opera dei Frati di Sant’Antonio, la Capanna di Betlemme, il Banco di solidarietà, i Centri di aiuto alla vita (a Rimini, Riccione, Cattolica, Bellaria, San Mauro, Coriano e Morciano). Sul fronte dei servizi pubblici, ricordiamo gli Sportelli sociali dei Comuni di Rimini, Riccione, Misano, Cattolica, Bellaria e Verucchio.
Alberto Coloccioni