Sheiny di 11 anni e Beverly di 14 anni, accompagnati dalle loro mamme, sono sbarcati a Rimini venerdi 2 maggio. Il motivo del viaggio è quello che accomuna i bambini cardiopatici che ogni anno partono dall’Ospedale di Mutoko in Zimbabwe: venire in Italia ed essere operati al cuore. Questi due bambini sono stati accolti da una “mamma” molto particolare: la comunità giovanile delle parrocchie di San Lorenzo in Correggiano e San Salvatore.
Da molti anni e in tanti modi la parrocchia partecipa al progetto Operazione Cuore.Lo ha fatto anzitutto con l’accoglienza di molti bambini in diverse famiglie, ma anche attraverso la raccolta di fondi nei modi più fantasiosi (come per esempio il pranzo solidale di domenica 18 maggio, o l’autotassazione, le micro di avvento o di quaresima, il lavaggio auto, la pasta fresca, le torte…) coinvolgendo i parrocchiani di tutte le età. Da qualche giorno è partita una nuova iniziativa. Utilizzando la casa famiglia dei bambini, ancora vuota per evidente mancanza di necessità da parte dei Servizi Sociali riminesi, messa a disposizione di nuovo alla parrocchia dalla Fondazione San Giuseppe, la comunità giovanile (giovani dai 20 anni in su) ha scelto di ospitare due bambini di Operazione Cuore, accompagnati dalle loro mamme. Una coppia di animatori vive in casa, facendo da solido riferimento, e gli altri giovani si danno il turno per assicurare una continua presenza per ogni necessità degli accolti. Il progetto è stato avviato dopo un ampio confronto fatto anche con i genitori dei giovani e le famiglie che già in precedenza avevano accolto altri bambini. È così maturata una scelta di tutta la comunità, che si affianca ai ragazzi nella disponibilità nei diversi servizi.
Negli ultimi 12 mesi sono stati 24 i bambini cardiopatici, giunti a Rimini, insieme alle loro mamme; tutti operati con successo. Al momento i bambini ancora residenti presso le famiglie riminesi ospitanti sono 8, 6 dei quali con le loro mamme.
La struttura sanitaria in cui opera la dottoressa riminese, Marilena Pesaresi, da oltre 40 anni è diventato il punto di partenza del viaggio di speranza per tantissime famiglie di tutto lo Zimbabwe. L’alternativa è il Sudafrica ma qui alle difficoltà del viaggio si sommano gli eccesivi costi. Mentre nei primi anni si prendevano in carico principalmente i pazienti con problemi di valvole cardiache, ora sempre più si presentano pazienti con malformazioni cardiache congenite, spesso molto gravi, al punto da rendere rischioso lo stesso viaggio. Sono per la maggior parte bambini piccolissimi, con meno di cinque anni, che necessariamente devono essere accompagnati dalla mamma o da un parente. Grazie al progetto Operazione cuore si offre la possibilità a bambini e a ragazzi africani, affetti da gravi cardiopatie congenite o valvolari, di giungere in Italia per essere sottoposti a interventi cardiochirurgici presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Qui sono seguiti da un’équipe di medici e infermieri altamente professionali.
Il progetto, dal 1990, è sostenuto dalla Caritas diocesana di Rimini, per quanto riguarda le pratiche mediche e i costi delle medicine e dalla Regione Emilia Romagna per quel che riguarda le spese per gli interventi. I viaggi di andata e ritorno dallo Zimbabwe sono pagati dalla Ass. Aiutare i Bambini di Milano.
In questi anni sono stati ospitati a Rimini circa 200 persone, tra bambini e ragazzi affetti da malformazioni cardiache. Tutto questo è reso possibile da un cuore grande, da una solidarietà che ha molte facce: quella di Massimo Migani, il dentista-missionario-direttore-tuttofare dell’Ospedale di Mutoko. È lui che con i suoi collaboratori prepara tutto il necessario: i pazienti, le medicine, i passaporti, i visti, i biglietti aerei, il cambio delle date dei biglietti, il cambio del passeggero e della mamma del bambino sostituita dalla zia, le cartelle cliniche dei bambini da mandare in Italia. In Italia il progetto ha il viso dei medici ed infermiere delle Cardiologie di Rimini e Riccione, vuoi che siano in servizio o pensionati e della Cardiologia Pediatrica dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna; la faccia della generosità degli sponsor; quelle della Sara, della Fernanda, della Cesarina, dei volontari della Caritas e quelle delle famiglie riminesi che ospitano i piccoli pazienti con le loro mamme per tutto il tempo necessario.
Per chi arriva dal continente africano le volontarie e i volontari (una decina) della Caritas – coordinate da Sara Barraco, responsabile del progetto – sono il primo viso amico che incontrano scesi dall’aereo; esse seguono i rapporti con le famiglie riminesi che danno la propria disponibilità ad accogliere questi bambini. La Caritas, inoltre, si fa carico dell’acquisto dei medicinali, dell’accompagnamento alle visite di controllo agli ospedali di Bologna e Rimini e dell’assistenza nelle fasi pre e post operatorie.
Un ruolo molto importante è quello svolto dalle famiglie riminesi che accolgono in casa i bambini per tutti i mesi della loro permanenza in Italia, gli offrono assistenza, ma soprattutto l’affetto e il calore di cui hanno bisogno. Complessivamente sono una quarantina le famiglie che in questi anni hanno dato la loro disponibilità per l’accoglienza.
L’Operazione Cuore è un’esperienza che opera anche sul cuore di chi accoglie, rendendolo capace di un amore gratuito, in grado di creare legami non basati sul sangue ma sugli affetti. Tra chi accoglie e chi è accolto si stabilisce una relazione che dura nel tempo anche dopo il ritorno a casa dei bambini e dei loro familiari. Un’Operazione che cambia lo stile di vita delle famiglie accoglienti a partire dai bambini che si scoprono capaci di solidarietà e condivisione. Nello stempo tempo aiuta la comunità parrocchiale ad aprirsi all’accoglienza e alla carità. Chi ha già fatto questa esperienza ha raccontato il vissuto nella sua bellezza e profondità accompagnate dalle fatiche e, purtroppo, a volte dal fallimento legato alla morte del bambino.
Cesare Giorgetti