Home Attualita UNA NUOVA FONDAZIONE

UNA NUOVA FONDAZIONE

LE ESPERIENZE. Nata nel 1992, la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini festeggia e si ripensa

In tre decenni ha distribuito oltre 100 milioni sul territorio. La sua è un’attività e una una presenza di primo piano per lo sviluppo delle comunità del territorio di riferimento, che ha riguardato solo la città di Rimini ma anche gli altri comuni della provincia. La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, ora senza più banca di riferimento, festeggia i suoi primi tre decenni e riflette sulle sfide per il futuro.

Perché festeggiare 30 anni di Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini?

“Significa ripercorrere un tratto importante della storia recente di Rimini, poiché Fondazione e Rimini sono due realtà profondamente collegate e intrecciate. Basti pensare che la composizione dell’organo di indirizzo della Fondazione è frutto del coinvolgimento di oltre 50 soggetti pubblici e privati dell’ambito provinciale. La Fondazione vive per sostenere lo sviluppo del territorio e questo è stato il filo conduttore del lavoro compiuto dal 1992 ad oggi. Un lavoro che ha contribuito, assieme ad altri, a cambiare Rimini. Ma il passato serve unicamente per gettare le basi di una nuova proiezione: come sarà il nostro territorio nei prossimi anni? Quali bisogni avrà? Come potrà continuare a crescere nei profondi mutamenti di contesto in atto? Servono soprattutto soggetti disponibili a interpretare e assecondare responsabilmente i processi di cambiamento necessari per scrivere nuove pagine della storia di questo territorio. La Fondazione intende continuare ad essere uno di tali soggetti, apportando il proprio patrimonio di idee, progetti, risorse, capacità di fare squadra”.

 

Avete giustamente programmato le celebrazioni per l’anniversario, ma sul tavolo ci sono temi difficili e complicati da risolvere.

“Attualmente ci sono 86 fondazioni in Italia ma la Fondazione Cassa di Risparmio è nata come un unicum, sul modello delle associazioni caritatevoli anglosassoni. È nata per volontà di 100 benemeriti soci, oggi sono 86, i quali eleggono metà del Consiglio Generale, ovvero l’organo di indirizzo della Fondazione stessa, le tracce che il Consiglio di amministrazione deve poi attuare, con l’accompagnamento del Consiglio dei Revisori e del presidente della Fondazione. Insomma, la Fondazione è davvero un esempio di democrazia e di rappresentatività”.

Porta nel titolo il nome di una banca ma non è più proprietaria di un istituto di credito. Che ruolo può giocare oggi?

“La Fondazione è riconosciuta come soggetto autorevole e capace. È credibile, autorevole e dà sicurezza che i proventi investiti vanno a buon fine. Alcuni di questi interventi hanno avuto un rilievo decisivo per la valorizzazione del patrimonio artistico del territorio e per stimolare sviluppo economico Solo per fare qualche esempio: il restauro del Tempio Malatestiano e di Castel Sismondo, l’acquisizione di opere d’arte in particolare del Trecento Riminese, le grandi mostre d’arte e le iniziative editoriali in ambito culturale, il determinante sostegno per la nascita del Campus di Rimini dell’Università di Bologna, la costituzione di Eticredito – Banca Etica Adriatica, il sostegno a VolontaRomagna, all’Osservatorio Economico Provinciale, all’Associazione Nuove Idee Nuove Imprese, il Piano Strategico di Rimini, Rimini Innovation Square, il GAL Valli Marecchia e Conca e numerosi altri distribuiti sul territorio”.

Ha citato l’Università.

“Serve ancora un grande sostegno per far proseguire la meritoria, insostituibile attività del Campus di Rimini, non solo per la città ma per l’intero territorio provinciale”.

Il professor Zamagni parla di due tipi di Fondazioni.

“Ritorniamo ad una Fondazione forte, forte non soltanto per il patrimonio a disposizione ma anche per l’esperienza maturata. L’intervento della Fondazione deve essere funzionale ad una progettualità fondamentale per il locale. Ciò a partire da una nuova alleanza strategica tra Comune di Rimini e Fondazione, come quella auspicata dal sindaco di Rimini. Come è avvenuto in passato quando alla presidenza della Fondazione c’era Luciano Chicchi e primo cittadino di Rimini suo fratello Giuseppe”.

Sono previste altre iniziative per ricordare i 30 anni?

“La Fondazione guarda avanti. Un secondo appuntamento del trentennale si terrà il 16 novembre prossimo: in quella data sarà inaugurata, con un evento aperto a tutta la città, una quadreria con 50 opere della collezione della Fondazione finora mai esposte al pubblico. In tal modo, la collezione dei dipinti della Fondazione si articolerà in due sedi: quella storica al Museo della Città L. Tonini, con preziose opere dal Trecento al Seicento, e quella in corso di allestimento a Palazzo Buonadrata che presenterà tele di varia epoca, dal Cinquecento ai giorni nostri”.