Inizi un giorno qualunque. Per noia, per scherzare con gli amici, per pura e semplice curiosità. Inizi a giocare: una moneta in una slot machine, una scommessa sul tuo sport preferito, e vinci qualcosa. La fortuna del principiante ti regala una cifra che non ti cambia la vita, ma che ti fa cambiare qualcosa nella testa. Pensi: solo un’altra volta, potrei vincere di più. E poi smetto quando voglio. Però non smetti, e senza accorgertene ti ritrovi schiavo di un qualcosa che ti intossica la vita, rovinandola. Sei affetto da ludopatia, dipendenza da gioco d’azzardo. Un problema serio, preso altrettanto seriamente anche nella nostra Rimini: dallo scorso 27 dicembre, infatti, è presente sul sito del Comune una mappa che individua i luoghi considerati “sensibili”, tutti quei punti della città che vanno protetti dalla presenza del gioco d’azzardo. Nel raggio di 500 metri da questi luoghi (gli istituti scolastici di ogni genere e grado, i luoghi di culto, gli impianti sportivi, le strutture residenziali o semi residenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, le strutture ricettive per categorie protette, i luoghi di aggregazione giovanile e oratori) viene impedito l’insediamento di qualsiasi attività riconducibile al gioco d’azzardo. E nel caso un’attività fosse già presente? Alle sale dedicate al gioco in modo esclusivo viene dato un termine di 6 mesi, prorogabili ad altri 6 in casi particolari, per lo spostamento; per le attività in cui il gioco è accessorio, invece, viene chiesta la modifica del contratto di locazione degli apparecchi, oltre il quale non sarà più possibile utilizzarli.
Lotta… dall’alto
Una misura, questa, realizzata dai tecnici comunali su mandato della Giunta, in ottemperanza alle nuove direttive dell’Emilia-Romagna. Lo scorso giugno, infatti, la Giunta regionale ha approvato la delibera con le modalità attuative del divieto di apertura di sale giochi nell’ambito di 500 metri da luoghi definiti sensibili, secondo quanto stabilito dalla legge regionale n. 5 del 4 luglio 2013 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate).
Regione che si dimostra tra le più virtuose: l’Emilia Romagna, infatti, è tra le quattro il cui Piano d’azione “anti-slot” è stato approvato integralmente dall’Osservatorio nazionale contro il gioco d’azzardo: via libera, dunque, ai 3,7 milioni di euro che aiuteranno a garantire più prevenzione, assistenza e recupero dalla dipendenza, oltre alla già citata salvaguardia dei luoghi sensibili.
Atti dovuti
Una serie di misure che rivelano il pugno duro delle amministrazioni nel combattere un fenomeno che, almeno nel senso comune, viene sottovalutato rispetto ai più “celebri” disturbi da dipendenza patologica da fumo, alcol o droghe. Anche se fino al 2016, gli utenti presi in carico o che si sono rivolti occasionalmente al servizio dipendenze patologiche (SerT) di Rimini, per disturbi legati espressamente al gioco d’azzardo, sono stati 87. Numeri in crescita: nel 2015 erano 69 mentre, riavvolgendo le lancette di un decennio, si arriva ai soli 12 del 2004. Un aumento che colpisce, e che risponde a sensibili cambiamenti economici, tecnologici e sociali. La stragrande maggioranza di chi soffre di ludopatia, l’81% dei casi, è rappresentata da maschi di età compresa tra i 30 e i 49 anni, con il rischio che aumenta per i soggetti a basso reddito e bassa scolarizzazione. Non a caso, il 51% dei soggetti è disoccupato, lavoratore occasionale o pensionato.
Un pericolo che non si annida solo nelle sale specificamente adibite al gioco d’azzardo: in tutta la città di Rimini, infatti, sono 197 gli esercizi commerciali (bar e tabaccherie) che, all’interno, hanno apparecchi per il gioco, per un totale di ben 1.241 macchine recensite.
Rimini non combatte da sola
Lo scorso 21 dicembre, il consiglio comunale di Savignano ha approvato il regolamento che tutela i 43 punti della città considerati sensibili e che devono rimanere “slot-free”, per combattere “una piaga spesso poco visibile ma davvero distruttiva per famiglie e singoli individui”, come definita dal primo cittadino savignanese Filippo Giovannini. E, sempre lo scorso dicembre, anche Cattolica si è unita alla lotta, così come Verucchio che il 13 dicembre 2017 ha approvato la legge regionale e la mappatura relativa alle sale da gioco. 10 quelle esistenti sul territorio comunale: cinque bar (due dei quali però stanno cambiando gestione), due tabaccherie e una sala scommesse.
Simone Santini