È scritto in Italia, ma ha preso forma a New York insieme a grandi musicisti internazionali. Con Rimini nel cuore. E Disordine, il nuovo lavoro della cantautrice Chiara Raggi sarà suonato in prima assoluta sabato 28 novembre al Teatro degli Atti (ingresso libero), data zero di un tour che andrà a toccare importanti città. Nelle sonorità della Raggi si incontrano la canzone d’autore e il jazz, abbracciati da singolare spontaneità compositiva.
Sei di Rimini, ma hai vissuto più di 10 anni a Torino e ora fai avanti e indietro da New York. In che modo fondi le tue diverse esperienze?
“Rimini, Torino e New York sono le mie città del cuore. Rimini è la mia città d’origine che ho riscoperto negli ultimi mesi: il suo calore, la sua socialità, le sue location semplici e suggestive. Mi sono ritrovata a rivendicare la mia «riminesità» con orgoglio. Torino è la città adottiva in cui ho vissuto gli anni della cosiddetta gavetta. New York mi ha conquistata di schianto. È davvero il centro del mondo e li ho trovato una grande corrispondenza per l’alto livello qualitativo: grandissimi professionisti della musica e non soltanto. In Disordine queste tre città convivono: nei temi a me cari (il mare, il viaggio, la ricerca dell’amore), nella musica, pensata e scritta in Italia ma realizzata a New York. L’album è stato registrato a New York da Michael Brorby, mixato a Rimini da Antonio Patanè e masterizzato a Torino da Simone Lampedone. Anche questo testimonia come queste città siano protagoniste in questo nuovo lavoro”.
Il tuo è un sound molto elegante.
“Grazie per il complimento. L’eleganza musicale e stilistica mi interessa da sempre. In questi nuovi brani ci sono caratteri decisi, incalzanti, moderni che guardano alla tradizione della canzone d’autore italiana e alla grandi nuovi voci del jazz Usa come Esperanza Spalding e Gretchen Parlato”.
Hai girato il video del singolo “Amo amabilmente” sulla spiaggia di Rimini. Sono ben riconoscibili il Rockisland e la ruota panoramica. Che rapporto hai con la tua città d’origine?
“Rimini è sempre stata nel mio cuore anche se sono stata lontana a lungo. Il mio primo album Molo22, realizzato a Torino, è un omaggio alla mia terra e alle mie radici. Rimini per me rappresenta la mia famiglia, la casa, gli affetti, gli amici di sempre e la mia formazione musicale. Sono un’ex fierissima allieva dell’Istituto «Lettimi».
Oggi viaggio molto ma tornare a Rimini mi fa bene, mi aiuta ricordare le cose importanti, a tenere i piedi ben saldi a terra, a non dimenticare chi sono e da dove vengo. Quando è chiaro questo si può andare ovunque perché sai dove stai andando e perché lo stai facendo. Rimini è il mio porto sicuro”.
In ”Amo amabilmente” canti ”Una sola frase sa cambiar la sorte”. Qual è questa frase?
“Amo amabilmente è una canzone d’amore. Parla di attesa dell’amore, di disponibilità, di voglia di riconoscere l’amore e quindi accoglierlo. La risposta alla domanda è nel titolo. La «sola frase che sa cambiar la sorte» è proprio “amo amabilmente te», tipo un mantra: riconoscersi guardandosi”.
In un’altra canzone dici «siamo anime irrequiete come musiche incompiute, melodie vagabonde, instancabili che non trovano una fine». Ti senti davvero così errabonda?
“Un po’ ”zingarella” mi sento… Ma in realtà in questo testo non mi riferisco propriamente al viaggio fisico ma parlo più di un desiderio intimo del cuore, di una ricerca continua. Spostiamo sempre i nostri obiettivi, nulla sembra bastarci, sempre alla ricerca di un qualcosa in più”.
Durante un concerto hai ricordato Marta Bellavista, morta giovane. Vi accomuna il “desiderio del tutto”.
“Quando mi è stato chiesto di parlare del libro di Marta ero molto dubbiosa. Marta la conoscevo di vista, incrociata negli anni del liceo. Non volevo, per rispetto, appropriarmi di un ruolo che non fosse mio. Poi ho visto il titolo del volume Voglio tutto e ho detto: «si, lo faccio perché anche io voglio tutto»”.
Paolo Guiducci