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Una casa che vuol essere famiglia

Cinzia ha uno sguardo dolce e accogliente, ma anche molto determinato e concreto. Non potrebbe essere altrimenti visto che è mamma di quattro figli e di lavoro fa l’infermiera professionale. Massimo, nella coppia, è forse il più idealista e sognatore, ha lavorato come rappresentante ma anche come imprenditore agricolo. Così complementari e al tempo stesso così uniti da 21 anni, si apprestano ad affrontare insieme a Chiara, Francesco, Pietro e Marco una nuova sfida: aprirsi all’accoglienza di altri bambini e ragazzi.

Una comunità
di tipo familiare
Un progetto reso possibile anche grazie alla scelta della Fondazione San Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile ONLUS di mettere a disposizione della famiglia la casa di proprietà a San Lorenzo in Correggiano. Un’ex casa colonica, ristrutturata con criteri di bioarchitettura, circondata da oltre 15.000 mq di terreno. Nella struttura è stata attivata una Comunità di tipo familiare, ai sensi della Direttiva Regionale 1904/2011, e potrà accogliere minori in situazione di disagio familiare e sociale inviati dai Servizi Sociali competenti, in particolare dal Comune e dall’Ausl di Rimini da subito individuati come primi interlocutori.

L’accoglienza
nel DNA
Il progetto prevede la presenza della coppia di adulti accoglienti che verrà affiancata da educatori professionali della Fondazione e da una serie di volontari individuati dalla Parrocchia di San Lorenzo in Correggiano, sin dagli inizi promotrice di questa esperienza. “La comunità parrocchiale di San Lorenzo in Correggiano – ci raccontano Cinzia e Massimo Ruggeriha avuto un ruolo fondamentale nella nostra scelta. La decisione della nostra famiglia è infatti maturata all’interno di un percorso promosso dal nostro parroco ma che ha visto coinvolti anche altri adulti e famiglie in uno spirito di condivisione che per noi è fondamentale. Non solo, determinante è stato l’appoggio dei nostri figli. Senza la loro disponibilità probabilmente non avremmo mai maturato questa decisione. D’altra parte l’accoglienza ha sempre fatto un po’ parte del dna della nostra famiglia, che in passato ha già partecipato al progetto ‘Operazione cuore’ accogliendo in casa due bambini che dovevano essere sottoposti a un intervento chirurgico”.

Pubblico e privato
s’incontrano
Il Presidente della Fondazione San Giuseppe, Guido Fontana, aggiunge: “Per noi si tratta di un’esperienza nuova e per questo al tempo stesso impegnativa e stimolante. Pensiamo infatti che possa essere un’opportunità davvero importante per mettere insieme risorse pubbliche e private, in un’ottica di sussidiarietà. D’altronde in un momento di crisi economica come quello attuale è importante pensare a iniziative innovative e al tempo stesso diversificate e rispondenti ai diversi bisogni di bambini e ragazzi che vivono situazioni di difficoltà e delle loro famiglie”.

Nel tessuto di una
comunità “accogliente”
Casa San Lorenzo è un’idea che nasce dal basso, dal tessuto vivo della comunità di San Lorenzo in Correggiano e dalla storica esperienza nell’accoglienza di minori della Fondazione San Giuseppe e ha cominciato solo da poche settimane a muovere i suoi primi passi, ma si pone già alcuni obiettivi importanti.
Anzitutto quello di contribuire a far crescere nel territorio la sensibilità per il tema dell’affido, affinché nuove persone possano scegliere di aprirsi all’accoglienza, pur riconoscendo la forte complessità di questi percorsi.
Inoltre la possibilità di poter usufruire del terreno nei dintorni della casa e l’esperienza maturata da Massimo e Cinzia in questi anni, potrebbe ben prestarsi alla realizzazione di attività didattiche nel campo dell’agricoltura, a contatto con la terra e gli animali.
Infine, come già detto, un importante contributo potrà essere offerto alla vita della comunità anche dalla presenza stabile e continuativa di volontari (giovani, studenti universitari, famiglie…) individuati dalla Parrocchia stessa.

L’obiettivo
educativo
L’obiettivo complessivo e più importante del progetto è quello di creare un clima di dialogo, affetto e sicurezza all’interno della casa per favorire un positivo sviluppo dell’identità dei bambini e dei ragazzi che verranno accolti permettendo loro di ritrovare fiducia in se stessi e negli altri.
La forte apertura al territorio sarà resa possibile sia grazie alla positiva osmosi con la Parrocchia e con tutta la zona pastorale che garantirà l’inserimento dei ragazzi nelle proprie attività formative e ricreative, sia grazie alla rete con gli altri servizi della Fondazione San Giuseppe (comunità educative residenziali e semiresidenziali per minori, gruppo appartamento e sportello informativo per neomaggiorenni) e con le altre agenzie educative del territorio.

“Cose che prima si fanno
poi si pensano”
Conclude Guido Fontana: “<+cors>L’apertura al territorio è per la Fondazione punto di forza ed elemento imprescindibile di questo progetto, è stato molto bello e positivo vedere come tutta la comunità si sia attivata intorno a questa idea e si sia resa disponibile a supportare in ogni modo la famiglia accogliente<+testo_band>”.
E se è vero, come amava dire Don Oreste Benzi, che “<+cors>le cose belle prima si fanno, poi si pensano<+testo_band>”, sicuramente questo progetto, pure tra tante difficoltà, ha già regalato un segno forte e importante alla comunità di San Lorenzo e a tutta la nostra città.

Silvia Sanchini