“La burrasca d’la Madona la porta via l’insteda”…! Già, chissà se i vecchi proverbi sono ancora sulle bocche di noi poveri vecchi?
Le storie dei tempi antichi si perdono, si scordano, purtroppo molto presto. Il tempo corre irreparabile e le vecchie usanze vengono rapidamente dimenticate.
Ma a forza di ricordi non vogliamo dimenticare la storia di San Rocco, (16 agosto) un pellegrino venuto dalla Francia, pare che sia capitato anche a Rimini, ma poco noto in città. Nel Veneto, però, risulta molto conosciuto, tanto che a Venezia gli hanno fatto una bella chiesa adornata anche da un capolavoro del Tintoretto (1485)!! E l’era proprie un puraz… veramente la storia dice che una gran terribile pestilenza aveva colpito moltissima povera gente e Lui ci teneva a dimostrare la sua attività di “medico guaritore”. Così si fece una grande fama…
Vaghe e variegate sono le notizie sul santo: sarebbe nato nel 1925 e morto a Novara (o Piacenza?) nel 1327. Famoso perchè distribuiva tutto quel che aveva ai poveri e andava sempre peregrinando per l’Italia.
Fra le sue attività, quella di scoprire spesso, una delle sue “cosce” dove una brutta piaga pestilenziale sembrava attirare gli appestati. Spesso portava con sé un cane, il quale era abituato a leccargli la piaga, ogni volta che lui la scopriva. Cose d’altri mondi. Però così dice la storia di questo grande santo!
La festa dei contadini
Ma non si possono dimenticare i contadini… Già proprio loro che nelle serate tranquille si radunavano nelle stalle o sotto il pergolato per raccomandarsi il daffare in quelle due giornate di Ferragosto… Feragast l’è ora da pensè me mast!!
E così si studiava la questione uva che anche oggi è sul “naso” di tutti: già Bruxelles… che scopre come invecchiare il vino in quindici minuti, mentre qui a Rimini non ne vogliono sapere e continuano a invecchiarlo all’antica nelle botti di legni pregiati…
E i proverbi: S’en brusa in loi e agast sarà bon enca e mast.
Mo agast cap dl’inverne, lo e gverna tot l’an!
E agl’arzdori… eran tutte pronte a scambiarsi i consigli per castré i galett. E via i burdell che in duveva veda tajè i quajun… Quella volta i bambini venivano educati in altre maniere… Ve l’immaginate oggi parlare di “castrazioni” a questi bulletti che ne sanno forse un pò più del diavolo?
Però anche noi in un certo qual modo festeggiavamo il Ferragosto… Già non vi ricordate, vero, che quella mattina bisognava trovarsi a marina, presto… per fare il bagno, già il bagno grosso del quindici di agosto, valeva sette bagni!!!
Mo ste Feragast.. . è pieno di novità: dicono che le stagioni, grazie alla velocità di questa nostra “palla terra” (a scuola ci hanno insegnato che questa “pallina” viaggia a 30 km al secondo…!). Già bisogna vedere come andrà a finire… Se aumenterà l’operato del sole con tutti i suoi calori e diminuirà l’acqua… poveri contadini, poveri noi..! E tutti gli abitanti di questa pallina ne vedranno di belle e di brutte…
Speriamo che i nostri cari governanti invece di battersi in politica riescano a pensare, parlare, inventare, qualcosa di più pratico per correggere questi calorosi effetti… terrestri… Bon Feragast!!!
Enzo Fiorentini