Dare un tetto a chi purtroppo non lo ha. O a chi è costretto a sborsare per l’affitto più di quanto guadagna. Un problema diventato una vera e propria piaga, soprattutto quando si parla di immigrati. Ma dal Comune di Rimini è arrivata una prima soluzione. Per carità, non accontenterà tutti, ma almeno è un inizio. Si chiama Un alloggio accessibile per un inclusione possibile, ed è il progetto presentato da Palazzo Garampi, giunto secondo (al primo posto la Regione Toscana) nella graduatoria stilata dal Ministero della Solidarietà sociale su più di 500 progetti in esame. Un progetto che vedrà arrivare da Roma un finanziamento di oltre 224mila euro sui 280mila necessari per l’iniziativa che coinvolge anche Caritas e Acer.
“Il progetto – sottolinea l’assessore Buldrini – verte su due punti fondamentali: aprire una sorta di albergo sociale o pensionato destinato alla popolazione femminile (in prevalenza badanti) e sul reperimento di tre o quattro grandi appartamenti per la popolazione maschile da utilizzarsi in coabitazione. Il canone d’affitto dell’albergo sarà di circa 100 euro o forse meno, mentre negli appartamenti gli uomini potranno dividere le spese e spedire quello che mettono da parte alle loro famiglie sparse per il mondo. E comunque si tratta di una soluzione abitativa temporanea, due anni come la durata del bando”
Ad usufruirne di queste strutture saranno all’incirca un’ottantina di persone sulla base di graduatorie stilate tenendo conto delle condizioni economiche. Le richieste dovranno essere presentate alle singole comunità e poi vagliate da Comune e associazioni di volontariato “in questo la Caritas avrà un ruolo fondamentale”, che si occuperanno anche del tutoraggio per gli ospiti delle strutture. Naturalmente il progetto è destinato solo agli immigrati in regola.
Francesco Barone