L’integrazione è una palla a spicchi. Che rimbalza all’aperto in uno dei luoghi simbolo della città: San Nicolò al Porto, a due passi dalla stazione di Rimini, a metà strada tra Marina Centro e il centro storico. È in quel campetto, teatro di grandi tornei di pallacanestro all’aperto negli anni Ottanta e Novanta, che ora va in scena una partita per la vita che rimbalza con amicizia e inclusione.
Grazie all’associazione “Casa Italia-Cina”, la onlus legata alla comunità di Montetauro che già gestisce il dopo-scuola a Savignano e a Ravenna, da alcuni mesi San Nicolò è il luogo di aggregazione della comunità cinese di stanza a Rimini. 65 tra bambini e ragazzi iscritti alle attività della casa, almeno 50 quelli presenti ogni giorno nei locali della parrocchia. Su quel parquet all’aperto, ha iniziato a rimbalzare una palla, Jan e Meng hanno provato da subito a imbucare nel cesto sotto gli occhi di Qiang. Il tempo di sfilarsi la felpa, e anche lui era della partita. “Il basket è uno sport che questi ragazzi amano moltissimo. – racconta Mattia Amaranti, 28 anni, fratello della comunità di Montetauro ed educatore della Casa Italia-Cina di San Nicolò – Sono veramente appassionati, e noi cerchiamo di assecondare questa passione”. Tradotto: i canestri ormai fatiscenti del campetto sono tornati agli antichi splendori, e in campo hanno iniziato a rimbalzare più palloni, con tante grazie da parte di Linag e compagni. Gioca oggi gioca domani, a Mattia e al mediatore linguistico Cosimo, cinese pure lui, si è illuminata una lampadina: perché non dare la possibilità a questi ragazzi di apprendere anche i fondamentali e le regole della pallacanestro?
Il desiderio ha “scatenato” un triangolo virtuoso con base il settimanale ilPonte, il lato dei Villanova Tigers di Villa Verucchio e soprattutto il Basket Rimini. La società riminese è scesa in campo e in 5 minuti ha dato il suo entusiastico assenso al progetto di integrazione attraverso il basket. Ogni mercoledì, dal 10 aprile, un istruttore dei Crabs sarà (gratuitamente) al campetto di San Nicolò per far saltare, tirare, palleggiare 25 ragazzi di origine cinese, dai 6 ai 14 anni. A questo gruppo si sono poi già aggregate tre ragazzine di terza media. Tutti con la stessa idea: giocare a pallacanestro. Ming è uno di loro: “Sono molto contento dell’opportunità che ci viene offerta, non vedo l’ora di entrare in campo. Un’esperienza nuova che attendo anche con curiosità”.
Forse non vedremo mai Meng e i suoi amici debuttare al “Flaminio”, ma qui la partita in gioco è un’altra. Ancora Amaranti: “C’è la passione per il basket e la possibilità attraverso questo sport di integrarsi. Il divario dai coetanei rispetto al calcio è più facile da colmare. E attorno alla palla a spicchi si può creare un gruppo, che rispetta le regole e vive uno sport di squadra”.
La disciplina a Rimini ha radici solide – si stanno celebrando i 70 anni di nascita del Basket Rimini – e una passione profonda. “La richiesta della associazione è giunta come un tiro da tre punti scagliato da metà campo allo scadere. – commenta Simone Lusini, collaboratore di Luciano Capicchioni alla gestione del Basket Rimini – In passato ci sono stati alcuni ragazzi di origine cinese che hanno vestito la maglia delle giovanili biancorosse ma questa collaborazione nasce con ben altri intenti. Si tratta di accompagnare e sostenere l’integrazione di questi ragazzi, mettendo a frutto la loro sana passione”. “Ci sembrava bello offrire questa opportunità di inclusione. – rilancia l’allenatore Ciro Luongo, che in tuta e fischietto seguirà il gruppo dei trenta ragazzini cinesi sul campo – Il progetto fa risaltare il ruolo sociale dello sport e l’attività per il territorio di una società come il Basket Rimini”.
Paolo Guiducci