MOZAMBICO.
Don Claudio Comanducci aggiorna sulla situazione nella Missione
Carissimi fratelli tutti, sono già passati tre mesi dalla mia ultima visita in Italia. Dopo appena una settimana dal mio ritorno in Mozambico sono andato nella mia nuova missione a Cava’ – Memba. Mentre vi scrivo sono passati solo pochi giorni da un attentato terroristico nella missione di Chipene (si legge Cipene) che è confinante con la mia. I terroristi hanno praticamente dato fuoco alla missione e hanno ucciso Suor Maria sparandole in volto.
Era in Mozambico da 59 anni, offrendo così la sua vita per il popolo Macua e per l’annuncio del Vangelo. Suor Maria faceva parte delle missionarie comboniane. Io l’ho conosciuta tanti anni fa nella mia prima venuta in missione.
Una vita donata fino alla fine, fino al suo sangue sparso sul pavimento della casa delle suore. Ho riflettuto e pregato tanto in questi giorni sul dono della sua vita e se da una parte ho sentito tanta tristezza, dall’altra la sua morte ha riconfermato nel mio cuore l’amore per questi miei fratelli e sorelle che servo ogni giorno. Gesù ci chiede il martirio quotidiano per l’annuncio del Vangelo nell’amore appassionato per il nostro popolo.
Grazie Suor Maria per la tua testimonianza fino al sangue! È stata sepolta nel cimitero della missione di Carapira e appartenendo così ancora una volta a questa sua amata terra.
Il giorno dopo l’attentato, avvenuto il 7 settembre, una lunga fila di persone e di famiglie hanno lasciato la mia missione di Memba sulle strade che portano a Nacala, città dove risiede il nostro vescovo, è il nuovo esodo dei poveri che vanno piangendo alla ricerca di un po’ di pace.
Ancora per un giorno e una notte siamo rimasti nella missione poi siamo partiti anche noi: era troppo pericoloso rimanere. Prima di partire abbiamo comunicato ai nostri ragazzi dello studentato (ben 35), di ritornare nelle loro famiglie. Che tristezza lasciare la missione chiusa! Ora però, insieme con il vescovo, abbiamo deciso di ritornare a fare una visita a Memba e Cavà e a celebrare l’Eucaristia.
Vedremo sul posto come vanno le cose. Vivo in missione con altri due sacerdoti molto giovani (sono stati ordinati due anni fa) e sono nativi di questa terra. Viviamo così insieme la bella e stimolante avventura della fraternità sacerdotale.
Oltre allo studentato, abbiamo 48 comunità da servire, incoraggiare e confortare nel cammino della fede. Anche qui ci sono dei cambiamenti in corso: l’arrivo del telefono, di internet, il miraggio del danaro, la cultura tradizionale che sempre più si sfalda, creano sempre più difficoltà nelle nostre comunità.
Una grande sfida è quella dei giovani (pensate che la metà della popolazione del Mozambico ha meno di 18 anni) alla ricerca di un lavoro che non c’è, con un futuro molto incerto, una guerriglia in corso, senza ricorsi per studiare …e l’attrattiva della comunità cristiana non è più quella di un tempo… La mortalità dei bambini è ancora molto alta a causa della malaria e altre malattie. In missione diamo anche un aiuto per i bambini denutriti. A oggi abbiamo 17 bambini che ricevono latte artificiale ogni settimana.
Per ora, fratelli e sorelle, mi fermo qui. Voglio lasciarvi dicendo che la mattina, prima dell’alba, inizia il mio incontro con Gesù che adoro nell’Eucaristia e che riempie di luce e d’amore il mio giorno. Vi abbraccio.
don Claudio Comanducci