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Un mondo di Misericordia

Anno Santo straordinario. Lo sapevamo già. Ma che il Papa lo aprisse ufficialmente domenica 29 novembre, durante il suo viaggio in Africa, e nello specifico in Repubblica Centroafricana, nella Cattedrale di Bangui, è davvero un fatto che esce fuori da ogni ordinario. La prima Porta santa sarà aperta fra un popolo pieno di sofferenze, lacerato da guerre civili e povertà. È lì che Papa Bergoglio vuole incominciare il grande Giubileo 2016 sulla Misericordia.
È una notizia che ha colto tutti di sorpresa. Non s’era mai sentito che un Giubileo mondiale cominciasse fuori da Roma, ma, per usare una bella immagine tante volte ripresa da Papa Francesco, egli – e tutta la Chiesa con lui – vuole piantare un ospedale da campo accanto alle parti in conflitto.
Francesco così conferma l’intenzione di voler ogni volta partire e andare alle periferie. «Esprimo la mia solidarietà alla Chiesa, alle altre confessioni religiose e all’intera nazione centrafricana, così duramente provate mentre compiono ogni sforzo per superare le divisioni e riprendere il cammino della pace».
Il Papa, in questo modo, dà a quel popolo una consegna, indica una strada per uscire dal conflitto e recuperare la pace: la strada della misericordia. Certo, non è facile parlare di misericordia quando le ferite bruciano ancora, ma non c’è alternativa al perdono per costruire una vera riconciliazione.

Nelle periferie, cominciando da Aleppo
Ma dopo l’apertura dell’8 dicembre a Roma, sabato 12 e domenica 13 sarà la volta dell’apertura ufficiale in tutte le diocesi del mondo. Sarà così anche nella martoriata Aleppo.
Una porta “carica di significato” quella della città martire siriana perché è situata nella parrocchia di san Francesco, nel quartiere di Aziziyeh. La chiesa è stata di recente colpita da una granata, sparata dai ribelli, che è esplosa prima di sfondare il tetto ferendo in maniera non grave 7 fedeli. In quel momento all’interno vi erano oltre 400 persone. Quella di san Francesco è l’unica chiesa agibile della zona. Si stima che delle quasi 30 chiese attive ad Aleppo prima delle ostilità iniziate nel 2012, la metà siano distrutte o inagibili.

A Rimini il 13 dicembre
Anche a Rimini il Giubileo inizierà ufficialmente domenica 13 dicembre. Alle ore 17 ritrovo di sacerdoti e fedeli presso la chiesa dei Paolotti. Segue la processione dei partecipanti verso la Cattedrale, dove alle 17,30 ci sarà l’apertura della Porta della Misericordia, il ricordo del battesimo e la Concelebrazione eucaristica.
Alla fine ufficialmente ci sarà l’annuncio dell’apertura delle altre Chiese Giubilari.

Santuari Giubilari in Diocesi
In Diocesi i santuari scelti per l’adempimento del Giubileo sono:
– Beata Vergine delle Grazie (Montegridolfo),
– Madonna della Misericordia (Santa Chiara, Rimini),
– Madonna della Visitazione (Casale di San Vito),
– Madonna di Bonora (Montefiore Conca)
– Santa Maria delle Grazie (Covignano di Rimini),
– Santa Maria delle Grazie (Fiumicino di Savignano),
– Eremo di Saiano (Torriana),
– Santo Amato Ronconi (Saludecio).

“Santuari della carità”
In riferimento alle opere di misericordia, richiamate dalla Bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus, il Vescovo ha proposto anche alcuni “santuari della carità”:
– Mensa della Caritas diocesana
– Mensa di Sant’Antonio (Padri Cappuccini di Santo Spirito)
– Casa del Perdono (ass. Papa Giovanni XXIII)- Pronto soccorso sociale di Sant’Aquilina (ass. Papa Giovanni XXIII)
– Comunità di Montetauro.
Naturalmente – scrive il Vescovo ai sacerdoti nella lettera di indizione – è solo un elenco indicativo, perché ogni gesto di carità, di misericordia, di servizio, rientra nello spirito del Giubileo”.

Per tutto il periodo del Giubileo, ai sacerdoti diocesani e religiosi, è concessa l’autorizzazione ad assolvere i penitenti anche dai casi riservati al Vescovo e ai suoi penitenzieri, come per esempio l’aborto.

Invito tutti – conclude mons. Lambiasi – a fare di quest’Anno giubilare una straordinaria occasione di grazia, tanto più attesa e preziosa per la nostra Diocesi che vuol ravvivare in ogni fedele e in ogni comunità la gioia della fede e il fuoco della missione”.

(GvT)