Cari amici,
come ogni anno la solennità di San Gaudenzo, vescovo e patrono della diocesi, vedrà riunita la nostra Chiesa. È un momento di forte unità per le nostre comunità, al quale nessuna di esse dovrebbe mancare. Anche se le attività nelle parrocchie e nelle altre comunità sono già riprese, la solennità del santo patrono costituisce l’inizio ufficiale dell’anno pastorale. Quest’anno in particolare sono due i momenti del nostro trovarci insieme:
1. Mercoledì 13 ottobre, alle ore 21 in sala Manzoni: assemblea dei consigli pastorali parrocchiali, non per rappresentanti, ma aperta a tutti coloro che potranno partecipare. Come appare evidente, l’assemblea ha un forte significato in sé, per il fatto stesso che il vescovo convoca la sua Chiesa in tutte le sue articolazioni. In questa assemblea verranno presentati le linee e i momenti più importanti del cammino della nostra diocesi in questo anno pastorale 2010/11. Verrà inoltre consegnato il libretto con la programmazione pastorale e la presentazione degli uffici pastorali.
2. Giovedì 14 ottobre, alle 17,30 in basilica cattedrale: solenne Celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo e concelebrata da tutti i sacerdoti della diocesi. Nella ricchezza dei segni liturgici verremo chiamati ad esprimere ciò che siamo e ad attingere la forza per vivere da cristiani nel nostro tempo. In questa occasione desidero affidare a tutti gli operatori pastorali della nostra diocesi il “mandato” per il loro servizio. Si tratta di un gesto simbolico semplice ma assai significativo, rivolto attraverso i loro rappresentanti (uno per parrocchia) a tutti gli operatori pastorali della diocesi. In tal modo vorrei ricordare l’unità della nostra Chiesa e del suo cammino in questo anno, pur con diverse traduzioni e concretizzazioni nelle singole realtà.
Questi due momenti, semplici e intensi, daranno il via al nuovo anno pastorale. Confido nella presenza di tutti. L’esempio e l’intercessione del santo vescovo Gaudenzo ci aiutino a riscoprire che in Gesù è la sorgente della vita e che con o senza lui cambia tutto. Tale riscoperta è la condizione indispensabile per testimoniare con la nostra stessa esistenza la bellezza della fede. Vi aspetto e vi benedico
mons. Francesco Lambiasi