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UN FISCHIETTO SCONFIGGE LE BARRIERE

Cristian Agostini, santarcangiolese, ha solo 17 anni ma ha già stabilito un grande primato: è uno dei primi arbitri in sedia a rotelle d’Italia
Reduce dalle sue prime partite, racconta questo importante punto di svolta della sua vita e, allo stesso tempo, del baskin, il basket inclusivo noto sul territorio grazie alla squadra di Santarcangelo (gli Onions). Una grande testimonianza di determinazione e forza di volontà

Alla prima richiesta di poter diventare arbitro di baskin, la federazione aveva risposto no a Cristian Agostini: nel regolamento non erano contemplati arbitri in sedia a rotelle. Un rifiuto davanti al quale Cristian, 17enne santarcangiolese e studente al 4° anno del liceo scientifico di Savignano, in carrozzina a causa dell’atrofia muscolare, ha deciso di non gettare la spugna. Il baskin è uno sport ispirato alla pallacanestro nato dall’obiettivo di creare un progetto inclusivo, come suggerisce fin dal nome, bask-in: nella stessa squadra infatti si trovano giocatori sia normodotati sia affetti da disabilità fisiche o mentali, indipendentemente da sesso o età, grazie ad un regolamento atto a rendere il gioco aperto a tutti. In campo sono presenti, oltre ai due canestri canonici, anche altri due canestri più bassi, dove possono tirare solo gli atleti in carrozzina dopo aver ricevuto la palla dagli altri giocatori. A Santarcangelo c’è una squadra di baskin, gli Onions, fondata proprio dalla madre di Cristian, dove il ragazzo ha giocato negli ultimi anni e ha maturato l’idea di voler diventare arbitro, un ruolo che non era previsto per ricoperto anche da persone in carrozzina, finché a fronte della prima richiesta di Cristian il regolamento è stato aggiornato, aprendo la possibilità di arbitrare anche a chi è sedia a rotelle. vera prima volta, dunque, sia per Cristian sia per l’intero baskin. Raccontata in persona.

Cristian, come sono nati il tuo interesse e la tua passione per il baskin?

Ho conosciuto questo sport prima del covid, a Pesaro, dove mi trovavo per incontrare degli amici e abbiamo avuto l’occasione di assistere a una partita. Mia mamma ha poi fondato la squadra degli Onions, qui a Santarcangelo: all’inizio non avevo intenzione entrarci, anche perché non mi esaltava troppo l’idea di prendere parte a un’iniziativa di cui mia madre era promotrice. Poi, spinto anche da lei che mi consigliava provare, ho partecipato a qualche allenamento, mi sono divertito e da allora mi sono lasciato coinvolgere a pieno in questo sport”.

Come è nata la volontà di partecipare non solo da giocatore, ma anche come arbitro?

Volevo poter contribuire di più all’infrastruttura del baskin, per cercare di diffonderlo e portarlo avanti il più possibile: così ho pensato di entrare a far parte delle persone che lo gestiscono e ne garantiscono la sussistenza, in particolare ricoprendo la figura dell’arbitro, un ruolo cruciale e fondamentale che deve sempre essere presente affinché una partita possa tenersi”.

Un ruolo che, però, nel regolamento non era contemplato per persone in sedia a rotelle. almeno fino a poco fa. La mia prima richiesta non è stata accolta: era di fatto la primissima volta che qualcuno avanzava possibilità di consentire l’arbitraggio a si trova in carrozzina e c’erano degli ostacoli che si interponevano, tra cui l’ottenimento del certificato medico e dell’assicurazione. Così all’inizio mi è stato detto di no, trattato, per così dire, permissivo: da lì in poi infatti le acque hanno iniziato a muoversi affinché venisse introdotta questa possibilità.

Nel frattempo ho seguito lo stesso il corso per diventare arbitro, ancora incerto se in futuro sarebbe andata come mi e sono stato abilitato come di campo, ovvero colui che un tavolo vicino alle panchine collabora con gli e propri. Ancora però, l’ultimo step. hanno effettivamente iniziato a cambiare quando ho presentato la richiesta per la seconda volta, a dicembre del 2023: si è messo in moto il processo definitivo che nell’estate del 2024 mi ha visto compiere le prime prove, finché il consiglio nazionale dell’ente ha ufficialmente accettato la mia richiesta e il regolamento è stato aggiornato. I problemi con l’assicurazione sono stati risolti e anche quello del certificato medico, che ho ottenuto facendo la cyclette con le braccia, invece che i classici gradini. Ed è così che, infine, il 22 dicembre dello scorso anno sono stato tesserato, divenendo un arbitro a tutti gli effetti”.

Così Cristian è riuscito a perseguire il proprio obiettivo, senza darsi per vinto davanti all’iniziale rifiuto e rendendo uno sport inclusivo come il baskin ancora più degno di questo nome. E il 26 gennaio ha avuto modo di inaugurare al meglio la propria carriera arbitrale: “ Ero molto agitato e piuttosto in ansia, d’altronde era la prima volta che scendevo in campo e mi mettevo in gioco nel mio nuovo ruolo. – racconta Cristian – Devo ancora un po’ ambientarmi e prendere bene le misure, ma alla fine credo di aver fatto un buon lavoro. Anche il mio tutor mi ha fatto i complimenti, la partita non era semplice da arbitrare, ma sono riuscito a gestire bene la situazione!”.

Andrea Pasini