Dopo otto incontri in parrocchia sulla Fratelli tutti, siamo arrivati al capitolo V, quello dedicato alla politica, praticamente negli stessi giorni in cui prendeva avvio il governo Draghi. Il magistero di Papa Francesco non si pone nell’ottica della politica politicante, della destra o della sinistra, ma nell’ottica della “migliore politica”, presa in senso universale, culturale ed etico. Ciò spiega come mai il Papa non si rivolga ai cattolici, ma ai politici in generale, di ogni tendenza e ideologia.
A essi (cattolici e laici) si rivolge non in quanto appartenenti all’uno o all’altro partito (di destra o di sinistra), ma semplicemente in quanto politici. Tutti ugualmente li esorta ad aprirsi al dialogo e alla collaborazione, a ricercare la “migliore politica”. Infatti, per passare dalla globalizzazione dell’indifferenza alla globalizzazione della fraternità, occorre sconfiggere l’individualismo, papà di populismi e sovranismi.
La politica – scrive il Papa in buona compagnia con i suoi predecessori – rappresenta una delle forme più preziose della carità, perché si pone al servizio del bene comune (non del proprio interesse) e conosce l’importanza del popolo, inteso come categoria aperta, disponibile al confronto e al dialogo (una volta si chiamava democrazia). Questo è il popolarismo indicato da Francesco, cui si contrappone quel “populismo” che ignora la legittimità della nozione di ‘popolo’, attraendo consensi per strumentalizzarlo al proprio servizio e fomentando egoismi per accrescere la propria popolarità.
Ma la migliore politica è anche quella che tutela il lavoro, “ dimensione irrinunciabile della vita sociale”e cerca di assicurare a tutti la possibilità di sviluppare le proprie capacità. L’aiuto migliore per un povero, spiega il Pontefice, non è solo il denaro, che è un rimedio provvisorio, bensì il consentirgli una vita degna mediante l’attività lavorativa. La vera strategia anti-povertà non mira semplicemente a contenere o a rendere inoffensivi gli indigenti, bensì a promuoverli nell’ottica della solidarietà e della sussidiarietà.
Inoltre compito della politica è trovare una soluzione a tutto ciò che attenta contro i diritti umani fondamentali, come l’esclusione sociale. E in una recente intervista Papa Francesco ha ribadito questi concetti, precisando che la lotta politica, come pure avere punti di vista diversi è un diritto, ma che “ in questo tempo si deve giocare per l’unità, sempre. In questo tempo non c’è il diritto di allontanarsi dall’unità. La lotta politica è una cosa nobile, i partiti ne sono gli strumenti. Ma quello che vale oggi e sempre è l’intenzione di fare crescere il Paese. Se i politici sottolineano più l’interesse personale dell’interesse comune, rovinano le cose”.
Mattarella e Draghi, per quel che si avverte, certamente hanno letto la Fratelli tutti. Sarebbe consigliabile che la leggessero anche gli altri