Erano davvero tanti, inattesi nel numero dal Vescovo stesso, gli operatori pastorali che nel pomeriggio di domenica 9 giugno si sono ritrovati in Centro diocesi per l’Assemblea diocesana che chiudeva l’anno pastorale e intendeva gettare le basi per le attività del prossimo anno. A ritrovarsi sono stati i rappresentanti delle parrocchie, delle associazioni e dei movimenti e anche tanti sacerdoti e diaconi.
Il primo momento, puntuali alle 15, è in Cattedrale. La preghiera è allo Spirito Santo, perché scenda nel cuore dei partecipanti e “ mostri il cammino da seguire”.
Il vescovo Nicolò, con un breve commento, ricorda che lo stile che deve guidare i lavori: quello della sinodalità, che anzitutto significa ascolto di tutti, perché “ in tutti opera lo Spirito”.
Poi indica i tre ambiti, scelti da tempo, e su cui si è lavorato quest’anno: la formazione in senso missionario, l’iniziazione cristiana e infine le zone pastorali.
Il secondo momento è in giardino per dividersi in gruppi di lavoro, gruppi a misura di “sinodalità”, quindi con non più di 10-12 persone. Il Vicario vigila e se nota gruppi troppo numerosi li invita a dividersi. Per oltre un’ora il dialogo è fitto, facilitato dai moderatori, che alla fine sono chiamati a preparare una breve comunicazione su quanto Già il primo moderatore che tratta della formazione in senso missionario alza le mani e chiede scusa perché sta facendo “ una sintesi di altre sintesi”, quando invece, assicura, “ il dialogo è stato ricco di valutazioni e proposte. Ci impegneremo a farne una più ampia sintesi che sarà presto a disposizione di tutti”.
Così, nella sua sintesi di sintesi, parla di favorire incontri con la Parola di Dio, e di una liturgia più “accogliente”. Accenna alla formazione alla carità e alla prossimità verso tutte le forme di povertà e solitudine. Insiste sulla famiglia e soprattutto sulle giovani coppie. Invita i laici a proporre incontri con i rispettivi ambiti di vita. Infine accenna ad una maggiore corresponsabilità fra laici e sacerdoti.
Il secondo ambito raccontato è quello dell’iniziazione cristiana. L’obiettivo è molto più incentrato sulle famiglie che sui bambini. L’invito è ad intercettare le famiglie nei loro ambiti di vita, nei loro interessi.
Favorire momenti di incontro con genitori e bambini, rispondendo al bisogno particolare degli adulti.
Intanto inizia a serpeggiare la fatica di una sintesi di tante sintesi, ma anche quella di un ascolto attivo che dura già da alcune ore.
La terza relazione riguarda le zone pastorali. Si attendono indicazioni precise dal Vescovo (una lettera, una visita pastorale, strumenti di verifica). Non si vede opportuno un Consiglio pastorale di zona, ma piuttosto solo uno strumento (magari guidato da laici) che aiuti ad approfondire la conoscenza reciproca delle diverse realtà. Viene riproposta la necessità di liberare i sacerdoti da tanti impegni tecnici non propriamente pastorali. È poi ribadita la linea più volte espressa dal Vescovo che intende le zone pastorali non come un aggravio di lavoro per i preti e le comunità, già molto oberati, ma una ricchezza da condividere, anche per “ lavorare meno e meglio”. In questo senso si propone di far conoscere le belle esperienze già in atto in Diocesi.
La parola conclusiva è affidata al Vescovo Nicolò, che ancora una volta si stupisce di quante persone siano ancora presenti in sala, dopo oltre tre ore e mezzo di lavoro comune. In realtà alcuni hanno lasciato la sala, iniziando da molti parroci impegnati nelle liturgie pomeridiane della domenica.
“ Dopo avervi detto grazie per il vostro impegno, ritengo debba ora esserci un tempo per sedimentare tutto il lavoro e coglierne i frutti. Il rischio, la tentazione, è di pensare alla Chiesa come ad una attività umana, dove tutti devono stare in certi schemi. Proviamo a costruire un cammino insieme”.
E poi ribadisce: “ Proviamo a metterci in ogni ambito, dalla diocesi alla parrocchia, in un cammino che sia costruito insieme, progettato insieme fin dall’inizio, mettendo al centro la Parola di Dio. Il metodo sinodale non è solo un metodo, ma un modo di vivere che pone al centro l’ascolto dello Spirito e lo Spirito ce l’hanno tutti”.