Nelle vesti di Leo è stato uno degli attori principali della serie tv campione d’ascolti “Braccialetti rossi”, che su Rai Uno ha narrato (in sei puntate) la storia di sei ragazzi ammalati che diventano grandissimi amici. Una fiction che a dispetto dell’ambientazione, racconta la bellezza e la gioia di vivere.
Carmine Buschini, 17 anni, liceale a Savignano sul Rubicone (a lato nel film, a dx in borghese), ammette: “Vedersi in tivù, in ospedale, impegnato con altri ragazzi ad affrontare il tumore, fa una certa impressione. Quando abbiamo girato la fiction non credevamo che la trama fosse così intensa: mi sono emozionato”.
“Braccialetti rossi” è una storia di amicizia, valori e vita. Una favola moderna sulla forza della condivisione, che ha per protagonisti sei ragazzi che il destino fa incontrare all’interno di un ospedale e che formano un gruppo forte ed affiatato: ragazzi che ridono, giocano, piangono e si emozionano, come solo i giovani sanno fare grazie alla loro solarità e spensieratezza.
Una solarità che Carmine distribuisce anche fuori dal set e lontano dalle corsie di ospedale. Il “Braccialetto rosso” di Savignano lo ha dimostrato anche a Longiano, allestendo uno spettacolo il cui ricavato sarà devoluto alla Caritas per aiutare 32 famiglie in difficoltà.
Teatro Petrella esaurito, con doppio spettacolo, pomeriggio e sera, lunghe file e attese per autografi e foto di Buschini. Tremila le richieste di posti arrivate, 500 quelle che potevano essere soddisfatte: così il Comune ha pensato bene di allestire uno schermo gigante in piazza Tre Martiri.
Fans, soprattutto ragazzine, ma con loro anche genitori e tanti nonni, arrivati da ogni parte d’Italia, persino dalla Sicilia e dalla Puglia. “Sono stato costretto a portare mia nipote Simona. – Mario Francioni è un nonno di Lucca – Quando mi ha domandato di accompagnarla, le ho chiesto se era pazza: come si fa a sciropparsi centinaia di chilometri per vedere un ragazzo attore di un film tv? Poi mi sono ricordato di quando, ragazzino, ero un fan di Rita Pavone e Gianni Morandi e se venivano a cantare poco lontano da me, scappavo di nascosto da casa per andarli a vedere. Così ho fatto di mia nipote la persona più felice del mondo e io ho ricordato quegli anni ’60 indimenticabili”.
La fama recente e impensabile nelle proporzioni non mette ko Carmine Buschini, pronto alla battuta e disponibilissimo. “Grazie Carmine per quello che avete fatto in Tv – lo incalza una nonna di Savignano – Avete dato una grandissima lezione di vita ai ragazzi che stanno male, che soffrono le stesse patologie della fiction: avete inviato messaggi di speranza. E i giovani vi hanno seguito, perché non è vero che i ragazzi oggi sono tutti vuoti e bamboccioni”. Soddisfati i genitori di Carmine, Marco e Beatrice, soddisfatta la sua manager Vania Arcangeli. Carmine Buschini è passato in poco tempo da sconosciuto a presidente della Coca-Cola nello spot Tv, a protagonista di “Braccialetti Rossi”.
Il giovanissimo attore, 17 anni, frequenta la quarta Liceo Scientifico al Marie Curie di Savignano. Come hanno reagito i tuoi compagni di scuola e gli insegnanti? “Mi seguono tutti. E continuano a chiedermi come facessi con la gamba che nella fiction appare amputata, cosa succedeva dietro le quinte”. Dal Rotary Club Valle del Rubicone ha appena ricevuto il premio Ramilli. Nella fiction, Carmine è Leo, un ragazzo che non molla, che combatte la sua battaglia contro il tumore che lo ha portato alla amputazione di una gamba e crede fermamente nella forza del gruppo di cui è leader. “Il nostro messaggio è dare forza, speranza e amore a chi vive veramente queste tragedie – rilancia Carmine – Però questa fiction ci ha aperto il cuore su una vicenda a cui non pensa un giovane di 17 anni. Ma va affrontata e nel modo col quale abbiamo fatto noi in tv”. Come si fa a calarsi così perfettamente nel personaggio di Leo? “Il merito maggiore è del regista Giacomo Campiotti. Non ha mai imposto la scena, ma ci lasciava liberi di interpretarla, pur con i dovuti suggerimenti”.
Il futuro di Carmine comincia tra i banchi.“Prima di tutto finire il Liceo Scientifico in bellezza”. Poi la recitazione. “C’è l’impegno di frequentare a Roma il centro sperimentale di recitazione. Bisogna studiare, cercando di migliorarsi sempre più. E se dovesse arrivare «Braccialetti Rossi 2» io sono pronto”.
Ermanno Pasolini