Ricordate quando, alcuni anni fa, era sceso in strada il limite di velocità alla percorribilità delle autostrade, ponendo tale limite a 110 chilometri orari? Le forze politiche che tanto si erano adoperate per tutelare la sicurezza degli automobilisti, a seguito di forti pressioni popolari, furono poi costrette ad una brusca revisione, innalzando il limite a 130.
In questo momento storico in cui l’opportunità di un rilancio dell’economia passa anche attraverso i Bonus fiscali in opere edili ed impiantistiche, si ravvisa la necessità di superare le barriere alla velocità del 110%. Per essere tutti trainati oltre i “muri”.
Occorre considerare tra gli interventi “trainati al 110%”, con credito d’imposta in detrazione o cedibile o con sconto in fattura, anche quelli per il superamento e abbattimento delle barriere architettoniche, che il bonus ristrutturazioni prevede attualmente solo al 50%.
In questo senso si sono registrate le voci degli addetti ai lavori, prima fra tutti il Presidente di A.N.G.L.A.T., Roberto Romeo: “Il bonus al 110 per cento introdotto dal decreto legge n.34 appare incompleto, in quanto mancano, tra le misure collegate a quelle trainanti, proprio gli interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche”.
Chi ha recepito la richiesta delle associazioni e delle famiglie, è l’Ing. Manuel Casalboni, Vice Presidente Vicario dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. Orgogliosamente riminese di nascita, Casalboni si è poi spostato a Cesena e da qualche tempo a Roma per motivi professionali. Carte alla mano, ha studiato allo stato attuale la situazione del Bonus nel caso delle barriere. Il “110‰” prevede che per affrontare le spese per l’adattabilità o la visitabilità o la fruibilità dell’immobile, si possono utilizzare le seguenti agevolazioni: un contributo a fondo perduto, erogato dai Comuni; oppure una detrazione/cessione del credito d’imposta del 50%, attraverso anche lo sconto in fattura, della restante parte dei lavori.
“Questi strumenti hanno trovato buona applicazione per lavori all’interno delle unità immobiliari degli aventi diritto, – avverte l’ingegner Casalboni – ma hanno incontrato difficoltà nell’applicazione delle parti condominiali in cui l’impegno di spesa è a carico di tutti i condòmini. Non è quindi per scarsa volontà che le suddette barriere non vengono superate o abbattute ma solo un fenomeno legato alle scarse risorse economiche del territorio ‘condominio’”.
Altra questione di grande importanza è fornire un contributo a coloro che volendo affittare i loro immobili a disabili, tra i quali una maggioranza è composta da anziani, trovano difficoltà economiche per l’adeguamento di queste unità immobiliari.
Si potrebbe fare qualcosa, e cosa si potrebbe fare per “cambiare marcia” e passare dal 50% a 110%?
“L’ipotesi più plausibile – prosegue Casalboni – è quella di aggregare in modalità ‘trainata’, all’intervento trainante Ecobonus 110%, quegli interventi relativi al superamento e abbattimento delle barriere architettoniche dell’articolo 9 della Legge 9 gennaio 1989, n.13 così come modificato dall’articolo 2 della Legge 27 febbraio 1989, n.62”.
Ciò condurrebbe sia ad incentivare l’adeguamento delle unità immobiliari per una fruibilità completa, sia all’azzeramento degli ostacoli economici ‘condominiali’, per gli interventi a favore della disabilità sulle parti comuni e sia ad un ulteriore impulso di efficientamento energetico nazionale sulla spinta degli interventi anzidetti.
Un emendamento che pare recepire queste richieste con aggiustamenti, è stato presentato in Parlamento la settimana scorsa. Le forze politiche possono trovare a riguardo un ragionamento efficace? La parola passerebbe poi alle competenze dei tecnici e successivamente alle capacità delle imprese.
E gli ingegneri? “La materia ci investe pienamente nelle competenze all’eliminazione delle barriere architettoniche, aventi a oggetto ascensori e montacarichi (per esempio, la realizzazione di un elevatore esterno all’abitazione) e alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia idoneo a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone con disabilità gravi (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge n. 104/1992)”.
L’emendamento per estendere il bonus 110% all’abbattimento barriere architettoniche è stato presentato dalla senatrice Tiziana Drago. “La modifica proposta rappresenta un indubbio vantaggio per le persone con disabilità che sono inabili al lavoro e dunque, prive di reddito, sono incapienti sotto il profilo fiscale e non potrebbero beneficiare delle detrazioni ordinarie per i lavori di adeguamento delle loro case per l’abbattimento delle barriere architettoniche”. La copertura prevista è di 10 milioni per il 2020 e 15 milioni per il 2021. Il vento di cambiamento del Superbonus potrebbe spazzare via molte barriere.
A cura di p.g.