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Un anello di congiunzione più grande del mare

A distanza di quasi sei secoli, ancora oggi questo “Xitai del Grande Occidente” è un vero e proprio anello di congiunzione tra Occidente e Oriente, tra la civiltà confuciana e la sapienza cristiana. In Cina non c’è ambito in cui si parli dell’Occidente senza che venga ricordata la sua figura e la sua opera. È lui l’italiano più famoso in Cina e non Marco Polo, considerato un occidentale al servizio degli usurpatori mongoli.
A questo novello Paolo della Grande Muraglia, Rimini e l’eclettica autrice Ardea Montebelli dedicano un incontro e una suggestiva mostra, “Più grandi del mare”, allestita presso la Galleria dell’Immagine dal 25 ottobre al 7 dicembre.
Il percorso offre la possibilità di conoscere la spiritualità e la visione evangelica di questo grande missionario, padre Matteo Ricci, partito nel 1582 (quando in Italia si mettevano in atto le indicazioni del Concilio di Trento) alla volta della Cina, dove ha trascorso gli ultimi 28 anni della sua vita (nel Regno Centrale) durante la Dinastia Ming, primo occidentale ad essere sepolto in quella terra. In questo lasso di tempo, attratti dal fascino della persona di Ricci e dalla “dottrina del Cielo”, la buona notizia del Vangelo alla quale il gesuita maceratese ha dedicato la vita, molti illustri personaggi si sono recati a fargli visita.
La mostra curata dalla 58enne Montebelli, insegnante, poetessa e fotografa, già all’opera su San Paolo e Celestino V, permette di cogliere le dimensioni fondamentali sulle quali si è mosso padre Matteo Ricci: la bellezza della natura espressa nell’arte, il pensiero dei saggi cinesi e l’annuncio del Vangelo. “Nonostante le vessazioni, le difficoltà, i pericoli di morte… – ha scritto il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi – padre Matteo ha saputo avvicinare con grande curiosità e disponibilità la millenaria cultura del Regno di Mezzo, facendosi, novello Paolo, cinese con i cinesi, come si ricava dai brani delle lettere citate da Ardea Montebelli”. “Ricci ha fatto breccia nel cuore dei cinesi e la sua memoria anche oggi è più viva che mai. Chi entra da un orologiaio di Shangai, ad esempio, troverà un santino del gesuita, patrono degli orologiai. – spiega Giancarlo Dall’Ara, esperto di marketing turistico per la Cina e grande appassionato di Ricci – A lui si deve la gran parte dei termini tecnici della geometria e dell’algebra. Ma è stato soprattuto un apostolo che piangeva pensando a quanti cinesi non era riuscito ancora a convertire”.
La mostra si compone, infatti, di brani delle lettere scritte da padre Matteo – come quella datata 8 marzo 1608 al preposto generale di Pechino, Claudio Acquaviva – sui quali l’autrice ha inserito passaggi calligrafici di suo pugno, fotografie e poesie intense, “facendosi eco vibrante – è ancora mons. Lambiasi che parla – del cammino di un sacerdote che ha saputo vivere e comunicare la Gioia del vangelo in contesti lontani e refrattari”.
Un itinerario poetico e visivo, dunque, quello sul quale la Montebelli invita ad incamminarci in grado di aprire mente e cuore del visitatore che intende farsi anche pellegrino. Si può così apprezzare, al termine della visita, il vero spirito missionario, il fuoco che anima padre Ricci.
L’esposizione sarà inaugurata sabato 25 ottobre (ore 17.30) con un incontro, aperto dal saluto dell’assessore alla Cultura di Rimini Massimo Pulini, la presentazione e la visita guidata dell’Autrice e due interventi: quello del noto storico, teologo e missionario Gianni Criveller, e di padre Paolo Wu ofm, assistente spirituale della comunità cattolica cinese della Diocesi di Rimini. Ricci “portò in dote cultura, arte e scienza riuscendo a farsi accogliere e rispettare come ambasciatore dello spirito” anticipa l’assessore Pulini.
Lettere, poesie, fotografie permettono dunque di accostarci alla spiritualità, alla visione evangelica e alla grande avventura anche umana e culturale di padre Ricci, e al suo abbraccio “più grande del mare”.

Paolo Guiducci