Un ambulatorio completamente gratuito. Gestito prevalentemente da infermieri e medici in pensione. A disposizione di anziani, persone non autosufficienti e indigenti. Un luogo dove offrire un’assistenza sanitaria di primo livello, ma anche un centro d’ascolto e di accoglienza per le persone in difficoltà e in solitudine. Un progetto che parte da lontano e che ha trovato, cammin facendo, anche l’appoggio della Caritas diocesana. L’Ambulatorio Sociale Infermieristico, gestito dagli iscritti all’associazione Anteas Volontariato della Federazione Nazionali dei Pensionati della Cisl, il primo in provincia di questo genere, sarà attivo al numero 14 di via Coletti, a Rimini, a partire dal prossimo 3 giugno. All’interno presteranno la loro opera otto infermieri e tre medici.
“L’idea di creare una struttura di questo genere – spiega il presidente dell’associazione, dottor Andrea Gattiani – ci è venuta dal desiderio di dedicarci ad una attività di solidarietà verso persone più fragili come possono essere gli anziani, gli indigenti o le persone sole e non autosufficienti. Oggi del resto la povertà materiale e l’inadeguata disponibilità di beni e servizi rappresenta un problema sociale molto importante che interessa una crescente parte della popolazione che si rivolge sempre di più ai servizi, offerti dalle associazioni di volontariato. Noi abbiamo deciso di trasformare in realtà questo progetto. Il primo passo è stato quello di costituire anche a Rimini, nel settembre scorso, la sezione dell’Anteas Volontariato (associazione senza fini di lucro che vuole dare soluzioni concrete ai bisogni della gente). Successivamente abbiamo cercato personale qualificato tra gli infermieri, in pensione e non, e quindi relazionarci con la sanità pubblica attraverso un rapporto diretto con la medicina di base per poterne diventare un supporto. Il nostro obiettivo doveva essere quello di raggiungere le persone che non possono permettersi neanche le prestazioni sanitarie più semplici. Spesso queste sono le persone che vivono le difficoltà in solitudine e per avvicinarci a loro abbiamo pensato di affiancare all’ambulatorio anche un centro d’ascolto e di accoglienza”.
L’ambulatorio sarà gratuito e con accesso diretto e sarà aperto tutti i giorni feriali (dal lunedì al venerdì) dalle 9 alle 11.30.
“Bisogna specificare, come del resto si evince dalla dicitura, che si tratta di un ambulatorio per prestazioni infermieristiche dove potremo erogare servizi ben precisi, come i controlli dei parametri vitali (misurazione della pressione), controllo capillare della glicemia, terapia iniettiva (punture), medicazioni per ferite cutanee e prestazioni da concordare con il medico di base. Il nucleo che partecipa all’attività sanitaria è composto da infermieri professionali in possesso della laurea in infermieristica o titolo equipollente a cui è garantita una copertura assicurativa per l’attività svolta. A chi partecipa alle attività di ascolto e accoglienza non viene richiesto nessun titolo professionale specifico, ma per loro sarà programmato un corso di formazione di supporto psicologico e pratico. Recentemente abbiamo avuto anche l’adesione di personale medico che si è offerto di entrare nel progetto con funzione di consulenza da integrare all’attività infermieristica che ne dovrebbe ricavare un supporto di qualità”.
Un nuovo sviluppo si è avuto con la collaborazione che sta nascendo con la Caritas diocesana di via Madonna della Scala.
“Il giovedì, in Caritas, è aperta la distribuzione dei farmaci alle persone più indigenti che naturalmente devono dimostrare la loro situazione. Mi è capitato personalmente di imbattermi in una persona che si è presentata con una ferita che necessitava di medicazioni. Abbiamo allora pensato, con i responsabili, che queste persone potevano aver bisogno ed essere accolte nel nostro ambulatorio mentre i nostri medici avrebbero potuto essere presenti alla loro distribuzione per dare consigli a chi ne avesse bisogno. Sia chiaro che il nostro ambulatorio non potrà essere preso d’assalto perchè la nostra priorità andrà agli anziani e alle persone non autosufficienti residenti nel quartiere e a quei casi segnalatici direttamente dalla Caritas. Naturalmente per potenziare il nostro progetto siamo alla ricerca di altro personale e, chi ne fosse interessato, è invitato a prendere contatti presso la nostra sede. Per ultimo, visto che siamo un’associazione giovane e totalmente gratuita, a chi condivide il nostro progetto chiediamo di contribuire alla nostra crescita destinando il loro 5×1000, inserendo nella dichiarazione dei redditi alla voce sostegno alle onlus: il codice fiscale è 91240410372”.
Francesco Barone