Il recente documento della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna (del 29 giugno) affronta un argomento certamente importante e di grande attualità. In effetti, per quanto sia difficile documentare con certezza il numero degli appartenenti effettivi alle Sette ed ai Gruppi di religiosità alternativa (soprattutto per il carattere riservato, ed a volte anche segreto, di queste appartenenze) tuttavia vi sono stime autorevoli che parlano di circa cinquantamila aderenti nella nostra Regione.
Ora, per quanto sia ampia e capillare questa diffusione, nella esperienza delle persone e delle comunità ecclesiali locali il fenomeno appare in forme difficilmente definite e non ben percepite. In effetti si manifesta più come emergenze singolari (qualche caso conosciuto), come eventi di particolari persone o specifici gruppi; di conseguenza spesso non se ne coglie la dimensione di insieme.
Un fenomeno variegato
e multiforme
Per questo il Documento della Conferenza Episcopale si presenta come un positivo ed utile contributo, per aiutare a far luce sulla varietà e complessità di questi Gruppi e per illustrare gli aspetti culturali e religiosi della sfida che queste realtà presentano alla comunità cristiana.
Che il fenomeno delle Sette sia oggi particolarmente variegato e pluriforme risulta anche solo dalla semplice lettura dell’indice del Documento episcopale (vedi finestra i basso); è probabile che a molti anche solo i termini qui usati risultino sconosciuti, per non parlare della natura (credenze, pratiche religiose, aspetti culturali….) di ogni singolo Gruppo presentato.
Fondamenti culturali
non cristiani
I Vescovi della nostra Regione, dopo aver ricordato l’ampiezza della diffusione di questo fenomeno tra noi, si dedicano anzitutto alla ricerca dei fondamenti culturali che sottostanno a queste particolari forme di religiosità: ne emergono concezioni (Esoterismo, Gnosticismo, Millenarismo, Panteismo, Reincarnazione, Relativismo, Sincretismo) che differiscono profondamente da una comprensione cristiana della realtà. La presentazione dettagliata di questi “pensieri”, ancorché piuttosto sintetica, è molto importante per aiutare a superare il facile irenismo e la superficialità. In pratica quel che ne consegue è la chiara consapevolezza che siamo di fronte a percorsi religiosi che differiscono ampiamente dai contenuti e dalla vita della comunità cristiana.
Segue poi l’illustrazione dei vari fenomeni. Ne vengono elencati più di una dozzina; alcuni, piuttosto simili, vengono presentati insieme (ad es. la divinazione, la magia, l’occultismo e lo spiritismo).
A questo proposito si possono fare alcune considerazioni. Anzitutto, nella scelta dei fenomeni presentati, possono stupire alcune presenze (ad es. quella della festa di Halloween), come anche alcune assenze (Scientology, ma anche i Testimoni di Geova). Colpisce poi il fatto che al fenomeno della Massoneria non sia riservato un posto specifico (non appare in nessun titolo o sottotitolo), per quanto sia argomento di molte frasi, segno di una attenzione certamente marcata e significativa.
Proselitismo e libertà
Il capitolo successivo riguarda la presentazione della tipologia di questi Gruppi, cioè le forme della loro attività: ad es. le tecniche di reclutamento, le procedure di formazione e di indottrinamento e le fonti di finanziamento. Il senso globale che emerge da questo capitolo è la coscienza di un’opera notevolmente attiva e impegnata, da parte dei responsabili e dei membri di questi Gruppi; un’opera di proselitismo e di rafforzamento della propria identità, che si attiva con forza all’interno del Gruppo, verso i propri membri, e all’esterno, per attirarne di nuovi.
Segue il capitolo dedicato alle problematiche giuridiche, politiche e sociali. Qui emerge con forte evidenza il tema della libertà della persona, dato che in molti casi, e per diversi Movimenti, è forte il timore ed il sospetto (quando non la concreta evidenza) di pratiche intimidatorie che forzano e limitano la scelta libera dell’individuo (a volte anche i suoi movimenti, i suoi rapporti sociali e familiari), soprattutto nel caso la persona intenda abbandonare il Movimento in questione.
Valutazioni e proposte
I capitoli finali introducono elementi di valutazione e di discernimento, da un punto di vista cristiano. I Vescovi suggeriscono una migliore e più specifica formazione dei sacerdoti, come anche una più attenta opera di vigilanza nelle comunità parrocchiali, per le quali si parla di laici adeguatamente formati, ma anche di uno stile più missionario.
Piuttosto singolare è il capitoletto intitolato “Quale dialogo è possibile”. I nostri Vescovi affermano che “si tratta di dialogo e di eventuali confronti pratici” (quindi non sui contenuti dottrinali); ma sottolineano che “il dialogo è tanto più effettivo e in qualche modo efficace, quanto più è espressione di una identità forte”. I cristiani evitino quindi “posizioni concordistiche o irenistiche”. Ancora: “non si metta fra parentesi l’irrinunciabile originalità dell’evento cristiano”; ed ancora: “per i cristiani il pericolo sta oggi nel pretendere di ritrovare la propria identità attraverso il dialogo e il compromesso con le forze mondane”. Sinceramente, questo capitolo mostra una propensione più alla chiusura e alla difesa che al dialogo vero e sincero; evidenzia i timori e i pericoli, piuttosto che orientare all’ascolto e all’incontro. Sembra che ci si debba preoccupare più della debolezza e della difesa dei cristiani, piuttosto che della forza della proposta missionaria ed evangelica.
Vi è poi un capitolo che lascia piuttosto interdetti, dato che affronta problematiche di carattere antropologico e teologico che vanno ben oltre lo specifico del nostro tema: i temi presentati (l’edonismo, i mass-media e l’uomo ridotto a massa) non appaiono direttamente correlati alla tematica della religiosità alternativa, quanto piuttosto attengono alla situazione attuale della società e della missione della Chiesa.
Le proposte finali tornano a proporre una serie molto concreta di iniziative, volte a favorire una maggiore conoscenza del fenomeno ed una migliore capacità di prenderlo in considerazione nelle sedi locali: più specifica formazione dei presbiteri, presentazione del tema nelle omelie e nella catechesi, formazione dei catechisti e degli insegnati di religione, preparazione di sussidi divulgativi appositi…
Osservazioni finali
Dopo aver presentato il Documento, nei suoi vari punti, mi permetto ora di formulare alcune osservazioni generali.
Questo testo è certamente molto utile nella sua finalità di far conoscere e di presentare tutta la variegata situazione delle Sette e dei Movimenti di spiritualità alternativa presenti oggi sul nostro territorio; in effetti una presentazione così puntuale può aiutare ad una più precisa conoscenza di questo variegato mondo che ai più appare sfuggevole e di difficile decifrazione.
Altrettanto importante è l’illustrazione dei fondamenti culturali, antropologici e religiosi che sottostanno a questo mondo vario e complesso; risulta così più facile cogliere la differenza e la specificità della proposta cristiana, senza confusioni e superficialità.
Di conseguenza è positivamente raggiunto anche l’obiettivo di aiutare persone e comunità ad un più preciso discernimento, ad una capacità valutativa che sappia riconoscere ogni realtà nel suo specifico, ne sappia cogliere gli elementi di contenuto, come anche le principali differenze rispetto alla proposta cristiana.
Il tono generale del discorso appare piuttosto severo, più legato ad una forma scolastica, che ad una modalità di testimonianza e di annuncio missionario con l’invito ad una gioiosa e coraggiosa testimonianza della propria fede.
Nel complesso, un Documento importante ed utile, da valorizzare come singoli e come comunità, per vivere il tempo presente accettando tutte le sfide e le avventure che esso propone, con la forza interiore e comunitaria della vita evangelica, come Papa Francesco ogni giorno ci propone.
don Pierpaolo Conti
docente di storia delle religioni all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Marvelli