Tutto ebbe inizio nel lontano 1971. E la colpa, come si dice in Romagna, è stata tutta del prete. L’uomo “nero” in questione è don Marzio Carlini. A quel tempo il don era di stanza a San Martino di Riccione. Una sera, come un fulmine a ciel sereno, comunica ai suoi che il Signore lo ha chiamato per un altro incarico. Lontano, molto lontano. In Africa. I primi mesi di “separazione” non sono facili, soprattutto per chi è rimasto a casa e continua a pensare a don Marzio, a preoccuparsi per lui “solo nel continente Nero”. E così due dei suoi più cari collaboratori, Maria Teresa Tonti e Fabrizio Renna, iniziano a raccogliere abiti da destinargli laggiù, in Africa. Dagli indumenti usati, si passa alla vendita della carta, del ferro. Le persone che collaborano si moltiplicano a macchia d’olio: il Campo Lavoro diventa una realtà. Che anno dopo anno cresce sempre di più conquistando l’intera Diocesi nel 1980. Sono trascorsi 28 lunghi anni ma il Campo resiste, anzi migliora come il buon vino e sabato 5 e domenica 6 aprile, spegnerà le sue candeline. Le spegnerà come sempre insieme a centinaia e centinaia di volontari che su e giù per la diocesi si “sporcheranno le mani” raccogliendo tutti i materiali possibili e immaginabili da portare poi nei tre grandi centri raccolta di Rimini, Bellaria e Riccione. Due giorni che serviranno sì per aiutare i più bisognosi ma anche come momento di socializzazione, d’incontro e relazione tra persone di condizioni ma anche convinzioni diverse, ma con un obiettivo comune: sudare insieme e scoprire che un altro mondo è possibile. Ma il Campo vuole costituire anche un momento di sensibilizzazione, in particolare rivolto ai giovani, per promuovere un diverso stile di vita. Così, per il terzo anno consecutivo, il Campo entra nelle scuole riminesi dove verranno allestiti punti di raccolta con i materiali portati da casa dai bambini. Vestitini ormai fuori misura, giocattoli, libri, fumetti, vecchie bici. Tutti oggetti che saranno poi posti in vendita. Parteciperanno alla raccolta la scuola elementare “Madre Teresa di Calcutta”, le materne “La Rondine”, “La Lucciola” e “Al Zgheli”. All’iniziativa collabora anche Hera Rimini che distribuirà per l’occasione propri materiali informativi. E la conferma che con l’unione fa veramente la forza arriva dal bilancio dello scorso anno capace di mettere in cassa un utile netto di ben 83.070,59 euro. Insomma, non vi rimane altro che mettervi una bella tuta, un paio di guanti e andare al centro raccolta più vicino a voi ed entrare a far parte del grande mondo dei volontari perchè cambiando noi si può cambiare il mondo>/i>
Francesco Barone