C’è una canzone italiana del 1983 che si intitola Il mare d’inverno, scritta da Enrico Ruggeri per Loredana Bertè. Ha un testo molto interessante: è un grande inno alla solitudine, e per esprimere questo sentimento viene utilizzato proprio il mare d’inverno, evidenziando come immagini solitamente allegre durante la stagione estiva, vedi le spiagge e i locali affollati, acquistino un colore più cupo e nostalgico con l’arrivo del freddo. Un mare a due facce: allegro d’estate e nostalgico d’inverno. Un’immagine reale che, però, sta per cambiare totalmente, almeno sulle coste dell’Emilia Romagna. La nuova ordinanza balneare della Regione che sarà emanata a fine gennaio, infatti, prevede la possibilità per i gestori degli stabilimenti rivieraschi di rimanere aperti per tutto l’anno. Niente più nostalgia, quindi, ma somministrazione di cibi e bevande, attività sportive e di intrattenimento, benessere. Tutte le attività che caratterizzano l’estate della Riviera non chiuderanno i battenti con l’arrivo dell’autunno, ma proseguiranno fino all’estate successiva.
Pronti a tutto. Una decisione tanto rivoluzionaria quanto sperimentale, presa dall’assessore regionale a Turismo e Commercio Andrea Corsini, dopo aver incontrato le associazioni degli operatori balneari, per “dare un indirizzo preciso e aumentare l’attrattiva turistica invernale della nostra costa”. E per quanto riguarda la legge sulle concessioni demaniali, sempre con le associazioni “abbiamo concordato di riprendere il pressing sul Governo affinché venga approvata la legge delega sul demanio marittimo”, ha sottolineato Corsini, aggiungendo che, se non approvata entro tempo utile, “valuteremo un percorso legislativo regionale, perché questa situazione di incertezza va risolta”.
I sindaci dicono sì. Immediate le reazioni di soddisfazione da parte dei sindaci. “Accogliamo con grande favore la possibilità per gli operatori balneari di rimanere aperti tutto l’anno. – è il plauso del primo cittadino di Riccione Renata Tosi – Allungare ai mesi invernali l’apertura facoltativa da parte degli operatori è una strada che abbiamo sperimentato e intrapreso con iniziative mirate nei mesi scorsi e che hanno riscosso un significativo interesse tra cittadini e turisti. Vivere il mare anche nei mesi invernali rappresenta una sfida ma, allo stesso tempo, anche una risposta ai numerosi stimoli e segnali che dal privato giungono all’Amministrazione per valorizzare la nostra spiaggia. Si tratta di una reale opportunità che, in termini di proposte imprenditoriali e bisogni turistici nuovi e innovativi, non intendiamo sottovalutare né tantomeno trascurare. Basti pensare alla disponibilità e al desiderio dei turisti che vengono a Riccione di godere di servizi e opportunità di svago anche nel periodo invernale, così come al desiderio dei cittadini di vivere il mare dodici mesi l’anno. In questo preciso indirizzo abbracciato dalla Regione si inserisce, senza titubanza alcuna, la volontà dell’Amministrazione di muoversi e cogliere questo desiderio di cambiamento”.
Dello stesso avviso è il collega riminese Andrea Gnassi.
“Rimini ha spinto con la Regione per arrivare a questo risultato. Non si capisce perché nei mesi invernali la spiaggia deve andare in soffitta, è un pezzo di territorio. Ora potremo viverla per 365 giorni all’anno”.
Naturalmente resterà in capo ai Comuni, sulla base di proprie ordinanze, la definizione degli orari di apertura consentiti.
I professionisti: “Bene. Ma attenti”
Una scelta, quella della Regione di permettere ai gestori degli stabilimenti balneari di continuare per tutto l’anno a portare avanti la propria attività, che rappresenta una vera e propria rivoluzione. O, per dirla in un altro modo, la rottura, la fine di una tradizione che arriva da un lontano passato e che va a segnare una netta discontinuità con qualsiasi concezione stagionale del mare. Una decisione che è anche pura sperimentazione, proprio perché rappresenta il primo vero tentativo organico di cambiare questa tradizione, di andare in un’altra direzione. Cosa dobbiamo aspettarci, dunque, da questo storico cambiamento? Cosa accadrà? Cosa cambierà concretamente? Risposte convincenti a queste domande non possono che arrivare dagli addetti ai lavori, dai professionisti della spiaggia. Come Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini di Rimini Sud.
“È un’ordinanza che rappresenta uno storico cambio di paradigma. – spiega – Il turismo balneare si è sempre caratterizzato, e ha sempre avuto come pilastro portante, il concetto di stagionalità. Tutti gli anni, dall’ultimo fine settimana di maggio fino alla seconda settimana di settembre, gli stabilimenti balneari sono attrezzati al cento per cento: bagnini, ristoranti, campi sportivi, servizio di salvataggio, e così via. Per tutto il periodo considerato stagionale, sono a pieno regime. Terminato quel periodo, però, tutto finisce. E a parte uno spazio più diluito nel tempo (dalla settimana prima di Pasqua al 30 ottobre), in cui i gestori possono tenere aperto per permettere ai bagnanti di prendere il sole senza fare il bagno, la cosiddetta «elioterapia», gli stabilimenti sono chiusi, il mare è lasciato a sé stesso. Con questo provvedimento, invece, si cambia il concetto di base: da stagionalità ad annualità. Non c’è più cesura tra stagione e fuori stagione, ma c’è un unico periodo turistico lungo tutto l’anno, per il quale è da tanto tempo che come categorie di gestori ci battiamo”.
E la fattibilità concreta, economica? “Dipenderà tutto dalla capacità imprenditoriale degli addetti ai lavori. Ma è una strada fattibile, perché il nostro mare attira persone non solo d’estate, ed è giusto sfruttare tutto l’anno qualcosa che è già attivo di suo, è già vivo. È ancora un percorso tutto da costruire, tra permessi e autorizzazioni, però è molto positiva questa apertura alle diverse iniziative che singole realtà, di imprenditori e cooperative, hanno già tentato in passato”.
Una rivoluzione vista con positività anche da Maurizio Mussoni, ricercatore di Economia politica presso l’Università di Bologna, insegnante nel campus di Rimini.
“Siamo di fronte a una vera svolta, perché Rimini, come tutta la Riviera, ha sempre puntato tutto sull’estate, per le opportunità offerte dal mare. Ora, che tutto cambia, è necessario trovare altri elementi attrattivi che, però, non siano il mare. In questo senso mi viene da pensare agli esempi del passato, come, soprattutto, il turismo congressuale, o il turismo artistico e culturale. E tutto questo porta al concetto di destagionalizzazione: poiché il turismo balneare non è più sufficiente a soddisfare un’offerta spalmata su tutto l’anno, pur rimanendone l’asse portante, occorre andare in altre direzioni e abbracciare tutte le altre forme di turismo offerte dal nostro territorio, in un unico disegno organico. Parlo di turismo culturale, congressuale, artistico, senza dimenticare quello enogastronomico e quindi tutto il mondo dell’entroterra”.
Come realizzare questo disegno in concreto?
“Bisogna muoversi nel segno della destagionalizzazione, della differenziazione e soprattutto dell’innovazione, perché Rimini, e la Riviera, sono uguali a se stesse da 50 anni. Attenzione, però. Proprio perché sono uguali al passato, questo cambiamento non deve stravolgere le tradizioni positive consolidate nel corso degli anni. L’innovazione dovrà quindi essere in grado di garantire la sostenibilità economica, ambientale e sociale”.
Simone Santini