Si è parlato ormai così tanto di crisi che forse è ora di cambiare prospettiva: smettere di dire che c’è e provare concretamente a pensare a delle soluzioni per uscirne. È quello che si propone il Tavolo anticrisi sul disagio sociale promosso dalla Prefettura di Rimini. Per la precisione quattro tavoli, ognuno dedicato ad un diverso settore, tra cui quello sul disagio abitativo, sul lavoro, e la sburocratizzazione. Il fine, ovviamente, è quello di trovare degli incentivi che possano far ripartire l’economia e nel contempo dare sostegno a chi – e sono sempre di più – soffre le difficoltà della disoccupazione e della mancanza di soldi.
Lo scorso 8 maggio il Tavolo dedicato alla sburocratizzazione ha presentato il documento per la costituzione del distretto turistico della costa romagnola. Le quattro province costiere, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, hanno ognuna firmato il protocollo. A Rimini, presso la sala del Consiglio provinciale, Prefetto e presidente della Provincia, insieme ai cinque comuni rivieraschi e alle categorie hanno dato il via a questo progetto. Ora il lavoro dovrà passare dalla Regione chiamata poi a convocare la conferenza dei servizi per chiedere alla presidenza del consiglio la costituzione del distretto. Se la cosa dovesse andare in porto, i territori interessati potrebbero beneficiare di agevolazioni amministrative e fiscali.
Abbiamo chiesto al prefetto di Rimini, Claudio Palomba, lo stato dei lavori di questo e degli altri tavoli anticrisi.
“Sono una serie d’iniziative divise in gruppi. In ognuna il nostro intento è quello di coinvolgere tutte le categorie in modo che ci sia un dialogo davvero efficace e capace di creare delle soluzioni. Serve semplificare. Stiamo lavorando anche ad un protocollo per accedere al credito delle imprese e per questo stiamo incontrando le banche per avere una finanza locale che possa aiutare il lavoro. Così come dobbiamo lavorare a delle convenzioni per le categorie disagiate e anche contratti di solidarietà”.
Come hanno reagito gli enti coinvolti?
“Ottimamente. C’è stata un’adozione compatta e immediata sia delle realtà imprenditoriali sia degli enti pubblici. Anche la firma apposta lo scorso 8 maggio ha visto l’adesione dei cinque Comuni rivieraschi, della Camera di Commercio, Confindustria, le Associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali. La proposta del distretto si è subito estesa per tutta la costa romagnola, dando così il via al primo distretto turistico di una certa consistenza. È certamente un evento importante, è una sfida che ci fa piacere lanciare da Rimini”.
Come funzionerà concretamente questo distretto?
“Ogni ambito provinciale avrà una sua identità. L’idea principale è quella di creare un distretto a burocrazia zero, ma dobbiamo muoverci con una certa celerità se vogliamo ottenere qualcosa”.
Anche il Tavolo sul disagio abitativo lavora spedito. “Sta emergendo un lavoro operativo che dà vita a proposte concrete – affermano i partecipanti – stiamo portando avanti tutto un progetto di monitoraggio per cercare di capire la mole di case sfitte e libere in provincia, inoltre stiamo lavorando a una proposta, quella di abbassare la soglia del reddito per chi usufruisce degli alloggi popolari”.
Attualmente, infatti, tale soglia è di 55mila euro, un compenso annuo ben oltre la soglia di povertà. Dato che la media di reddito è ampiamente sotto il tetto ancora in vigore, il rischio, anzi il problema effettivo, è che chi entra in una casa popolare non ne esca più, mentre la forma di utilizzo dovrebbe essere diversa: una misura di emergenza disponibile fino a che è presente il disagio e il bisogno, ma da lasciare libera se la situazione migliora, in modo che altri, in difficoltà, possano usufruirne.
Stefano Rossini