Home TRE-TuttoRomagnaEconomia TURISMO, CRISI ECONOMICA E SALARI COSTRINGONO GLI ITALIANI A CASA

TURISMO, CRISI ECONOMICA E SALARI COSTRINGONO GLI ITALIANI A CASA

Nel 2023, secondo l’Organizzazione delle Nazio- ni Unite per il Turismo (UNWTO), i turisti che nel mondo hanno pernottato almeno una notte da qualche parte sono stati 1,3 miliardi, con un aumento del 34% sul 2022. Siamo a poco meno del 90% dei numeri pre pande- mia. In Europa, che conta oltre la metà del turismo mondiale, il recupero è stato per no maggiore e manca poco, il 5%, per tor- nare agli stessi livelli.

Obiettivo che viene dato per raggiunto e superato, in tutto il mondo, nel 2024. Dubbi, invece, esistono per l’Italia, che il Travel & Tourism Development Index 2024 del World Economic Forum classi ca all’ottavo posto nel mondo (la Spagna al secondo), soprattutto per la componente nazionale, visto che il numero dei viaggi compiuti dagli italiani nel 2023 sono rimasti gli stessi dell’anno prima, quando si erano fermati a meno 27% dai valori precedenti la pandemia. Siccome la stessa cosa è capitata per i viaggi degli italiani all’estero, rimasti anche loro fermi, vuol dire che gli italiani

hanno proprio tagliato le vacanze. Ovviamente la crisi e i salari che non tengono il passo dell’in azione si fa sentire. E gli e etti si vedono anche sulle vacanze estive (luglio-settembre), come mostrano due indicatori: la discesa degli italiani che si sono concessi una vacanza durante l’estate (dal 38% del 2019 al 31 del 2023); il calo dei pernottamenti, sempre d’estate, superiori a 4 notti. Poi c’è anche un dato che mostra un certo cambio di gusto dei vacanzieri: la quota di vacanze per visite alle città, per la prima volta, eguaglia quella delle vacanze al mare (entrambe pari al 49% sul totale vacanze). Visite alle città preferite soprattutto dagli stranieri (Istat). In ne qualcosa che dovrebbe orientare i servizi, in particolare digitali, della ricettività: un turista su dieci continua

a lavorare, in modalità telelavoro, smartworking o lavoro agile, dal luogo di vacanza. In questo scenario, nazionale e internazionale, la provincia di Rimini è vicina a recuperare, sempre tenendo come punto di riferimento l’anno pre Covid, gli arrivi, a ne 2023 ne mancano poco più del 3%, ma va meno bene per i pernottamenti (presenze), dove il ritardo è del 9%. Tradotto in cifre: mancano ancora un milione e mezzo di pernotta- menti. Quasi in toto da addebitare agli italiani, per le ragioni sopra addotte. Al contrario si è quasi completato il recupero degli stranieri, che in questo lasso di tempo hanno elevato la loro quota sul totale delle presenze provinciali dal 24 al 26%. In prima la i turisti tedeschi, seguiti da svizzeri, fran- cesi, polacchi e ucraini. Rispetto al 2019 mancano, per le vicende della guerra, i russi. Un buon contributo al recupero di arrivi e pernottamenti lo hanno dato le attività congressuali e eristiche, il 17% delle presenze nel periodo extra stagionale ottobreaprile, che hanno già recuperato e sorpassato i valori pre pandemia.

Come è intuibile ad avvantaggiarsi del recupero di questo segmento turistico sono le sedi di Palacongres- si e ere. Non a caso i pernottamen- ti, nel periodo ottobre-maggio del comune di Rimini salgono, nel 2023, a quasi il 27%, già superiori a quelli del 2019. Periodo in cui le presenze straniere, che poi sono i partecipanti a ere e congressi, s orano il 30%. Con una spesa media giornaliera di 170 euro (235 per gli stranieri), 60% superiore ad un turista medio, in termini di fatturato il contributo del eristico/congressuale è ancora più incisivo. Anche se i numeri sono ancora piccoli, chi ha recuperato in pieno arrivi e presenze, sono i comuni dell’entroterra, dove gli arrivi, dal 2019 al 2023, sono aumentati da 74 a 84.000, e i pernottamenti da 165 a 197.000. Anche qui con un buon quarto rappresentato da stra- nieri, con una tendenza,

però, alla essione. Il 2023 segnala un’altra novità: per la prima volta i pernottamenti del comune veneto di Cavallino Treporti, poco più di 13.000 abitanti, della città metropolitana di Venezia, hanno superato quelli del comune di Rimini (6,8 milioni a fronte di 6,7 milioni), che quindi perde lo scettro di primo comune turisti- co d’Italia. Però è anche vero che nel 2022 Rimini è primo, secondo i calcoli della società Sociometrica, con 1,5 miliardi, per valore aggiunto del turismo. Il problema, però, è più vasto, perché mentre al distretto turistico riminese mancano un mi- lione e mezzo di pernottamenti per tornare sui livelli pre Covid, quello veneto, che comprende Bibione-San Michele al Tagliamento, Caorle, Cavallino e Jesolo, sono già un milione sopra. Di cui tre su quattro realizzati da stranieri. Segnali evidenti che qualcosa, nonostante i numerosi interventi pubblici migliorativi dei nostri Comuni, non sta dispiegando tutte le sue potenzialità. La stasi dei pernottamenti, fermi da due decenni, quindi niente da spartire con la pandemia, nonostante la crescita del turismo mondiale, ne sono una conferma.