L’esperienza riminese di turismo accessibile si diffonde e stimola idee anche fuori provincia. Si è partiti dal progetto Friendly Autismo Beach, presente ormai da due anni nel territorio grazie al coordinamento dell’associazione Rimini Autismo Onlus e ai Comuni di Rimini, Riccione e Misano: un’iniziativa all’avanguardia per accogliere con professionalità e competenza le persone con autismo e le loro famiglie nelle spiagge della Riviera. Nei numeri passati de il Ponte ci siamo chiesti quale impatto abbia sul settore del turismo questo progetto, dando voce alle esperienze concrete e alle storie, più o meno difficili, di persone con disabilità e delle loro famiglie alle prese con un’attività apparentemente semplice come quella di prenotare una vacanza o trascorrere una giornata al mare.
Il diritto al riposo. Abbiamo scoperto così che anche un diritto, come quello del riposo e della vacanza, non è sempre garantito alle persone che vivono situazioni di disabilità. Raccontando queste storie ci siamo accorti di almeno due verità: innanzitutto che Rimini non è solo la città del divertimento e degli eventi notturni, ma che esistono anche altre tipologie di turismo caratterizzate dai valori dell’accoglienza e dell’inclusione sociale; in secondo luogo abbiamo avuto modo di sperimentare come questi temi richiamino l’attenzione dell’opinione pubblica più di quanto si possa credere: in pochi giorni queste notizie hanno avuto una fortissima eco, sono state riprese da altri siti e riviste e molte famiglie le hanno utilizzate come punto di partenza per conoscere associazioni e progetti che potessero facilitarle nel loro diritto a una vacanza insieme ai loro figli.
Vicenza ci “copia”. L’ultima positiva risonanza all’iniziativa riminese arriva da Vicenza. Sull’esempio del progetto “Friendly Autismo Beach” due mamme vicentine, Elisabetta Tonini e Chiara Bortolaso, hanno dato vita al portale Autism friendly in Italy-Wisteria blue: www.wisteriablue.it: wisteria, che tradotto dall’inglese significa glicine ed è simbolo di amicizia, tradizioni, legami e blu, il colore dell’autismo. Blu come il cielo di notte che avvolge la luna, misteriosa e distante come spesso chi è affetto da autismo può apparire. Scopo del sito è quello di raccogliere consigli pratici e informazioni e mappare tutti i luoghi “autismo friendly” (alberghi, ristoranti, spiagge…) segnalati dalle famiglie con cui le due promotrici sono in contatto. Ambizioso lo slogan del sito: l’impossibile non esiste.
Un progetto che nasce dall’esigenza pratica che Elisabetta Tonini, mamma di un ragazzo autistico di 13 anni, ha raccontato così sulle pagine del magazine Superabile (giugno 2014) e sul portale di Redattore Sociale: “Quando finisce la scuola, le famiglie sono abbandonate a se stesse: non c’è quasi nulla per il tempo libero di questi ragazzi. Così, paradossalmente, le vacanze finiscono per diventare il momento più difficile, perché si è soli nel gestire i propri figli, e spesso capita che i genitori dei ragazzi con questo disturbo smettano non solo di viaggiare ma anche di uscire, di andare al ristorante, in gita, al museo”.
Le due mamme e amiche desiderano proprio rivolgersi agli operatori sociali e alle famiglie con ragazzi affetti da autismo ma soprattutto agli operatori turistici per aiutarli a capire il mondo dell’autismo ed imparare come migliorare i loro servizi e personalizzarli nei confronti di bisogni speciali ed unici.
Ma il portale ha anche un altro obiettivo e cioè creare un vero e proprio marchio di qualità da applicare a tutte quelle strutture che si impegnano ad essere “Autismo Friendly” con semplici ma efficaci gesti di accoglienza: da un questionario che possa essere compilato per raccogliere i bisogni specifici del ragazzo prima del suo arrivo in hotel, alla possibilità di ridurre file e tempi di attesa al check-in o al check-out, così come tavoli riservati nella zona da pranzo in posizione tranquilla e vicino a una via di uscita.
Piccoli accorgimenti che, insieme ad altre attenzioni e a una opportuna formazione del personale, possono veramente cambiare la vita delle famiglie e migliorare notevolmente la qualità delle loro vacanze insieme ai loro figli.
Insieme alla Cooperativa sociale Primavera 85, le due mamme vicentine desiderano creare una piattaforma giuridica e multimediale per mettere in pratica il progetto promuovendo: “formazione gratuita sull’autismo per chi si occupa di turismo (in sede o in streaming in tutta Italia oppure on demand), convenzioni con hotel, ristoratori e agenzie di viaggi e la creazione di itinerari appositamente realizzati pensando alle esigenze delle famiglie di persone con autismo. Fino ad arrivare a una vera e propria certificazione «Autism friendly in Italy» rilasciata da esperti del settore”.
Un progetto che vuole quindi un poco alla volta estendersi a tutto il territorio nazionale per favorire lo scambio di buone prassi e valorizzare l’impegno degli operatori turistici più sensibili e disponibili.
La sensibilità. Se è vero infatti che l’autismo è detto anche disabilità “invisibile” per via della sua difficoltà ad essere subito riconosciuto e compreso dalle persone, è chiaro come un lavoro educativo e culturale di formazione e sensibilizzazione su questa patologia e sui punti di forza e di debolezza nella relazione con questi ragazzi è fondamentale, anche in settori che non hanno apparentemente nulla a che fare con l’educazione.
Viene in mente il decalogo che proprio l’Associazione Rimini Autismo ha realizzato lo scorso anno e che alcuni stabilimenti balneari, tra cui il Bagno 18 di Viserba di Rimini, hanno appeso al loro ingresso. Il decalogo contiene alcuni accorgimenti pratici: dal rivolgersi con calma e senza alzare il tono della voce ai ragazzi autistici evitando metafore o giochi di parole che possano risultare di difficile comprensione, dall’attenzione a comprendere i repentini cambi di umore che a volte caratterizzano i comportamenti dei ragazzi quando si trovano in situazione di stress o difficoltà, all’impegno a evitare rumori o luci improvvise e tutte le stimolazioni sensoriali atipiche che possano spaventare.
Il decalogo si apre e si conclude con due verità così evidenti e al tempo stesso così significative che dovrebbero valere non solo nelle relazioni con persone affette da autismo, ma in ogni tipo di relazione umana. La prima: “io sono prima di tutto una persona”, e quindi l’idea che l’autismo vada considerato come un tratto del carattere e non come l’essenza di ciò che si è. E infine: “amami senza pregiudizi”, un invito ad oltrepassare i limiti e a guardare invece alle potenzialità e ai punti di forza che ciascuno di noi sicuramente possiede.
Sarebbe bello ricordarcene sempre.
Silvia Sanchini