Non c’è solo il Covid. Uno dei tanti effetti subdoli del virus che sette mesi fa, improvvisamente, è entrato nelle nostre vite, è quello di aver tolto l’attenzione da qualsiasi altro tipo di malattia con la quale dobbiamo convivere. Non accade certo (e per fortuna) a livello medico e di strutture sanitarie, ma da un punto di vista di percezione generale sembra quasi che, al giorno d’oggi, sia possibile prevenire, curare o ammalarsi solo di Covid. Ma, ovviamente, non è così. Ci sono mostri ben più “antichi” tra di noi, che ancora oggi, nonostante siano conosciuti da tempo, sono difficili da sconfiggere. Tra questi, il tumore ovarico.
Un mostro forte e diffuso, soprattutto nella sua forma più frequente: il cancro epiteliale dell’ovaio, che colpisce soprattutto le donne di età superiore ai 50 anni, ma che è in grado di presentarsi anche in ragazze più giovani. La sua caratteristica più minacciosa è il fatto di essere, nella maggior parte dei casi, sporadico, cioè non identificabile da una chiara predisposizione ereditaria e familiare.
Spesso, inoltre, non provoca sintomi specifici nelle fasi iniziali di sviluppo: a causa di questo la diagnosi è spesso tardiva (oltre il 70% dei casi vengono diagnosticati in fase avanzata, quando la malattia è estesa fuori dalle ovaie e dalla pelvi). Per questi motivi è assolutamente fondamentale l’attenzione continua, la prevenzione, la reazione immediata e, soprattutto, la sensibilizzazione. E Rimini, in tutto questo, è in prima linea.
Rimini e Loto Onlus, un’arma in più
Pochi giorni fa, infatti, a Rimini è stato presentato Loto Onlus, il nuovo comitato territoriale di un’associazione con sede a Bologna e già presente a Parma, Forlì, Ancona, Palermo e, nel prossimo futuro, a Roma, il cui scopo è quello di sensibilizzare, promuovere, informare e sostenere la ricerca, per puntare l’attenzione e avere sempre più armi a disposizione contro il carcinoma dell’ovaio. Nel nostro territorio, infatti, questo tipo di tumore fa registrare numeri importanti: “ Ogni anno in Emilia- Romagna – sottolinea l’associazione – oltre 400 donne ricevono una diagnosi di tumore ovarico e 270 muoiono a causa di questa patologia: solo il 39% delle pazienti colpite sopravvive a cinque anni dalla diagnosi. A Rimini si registrano oltre 40 nuovi casi l’anno di tumori maligni dell’ovaio (43 nel 2019)”. Ma non è una battaglia persa. Per rispondere a questi numeri, Rimini è stata in grado di diventare un pilastro per quanto riguarda l’assistenza per questo tipo di patologia. L’Ospedale Infermi, infatti, è stato riconosciuto come eccellenza regionale per quanto riguarda l’assistenza e gli interventi legati al tumore ovarico, e identificato come uno dei maggiori punti di riferimento sul territorio, in grado di garantire competenze e grado di specializzazione di alto livello. “ Il percorso diagnostico e terapeutico delle pazienti affette da carcinoma ovarico è complesso e richiede una stretta collaborazione tra i vari specialisti. – spiega il dott. Marco Stefanetti, responsabile di Ginecologia Oncologica dell’Ospedale Infermi di Rimini e referente del comitato territoriale di Loto Onlus a Rimini – Presso il nostro ospedale le pazienti con questa diagnosi sono prese in carico a 360 gradi, vengono accolte da una equipe di 24 specialisti in grado di affrontare il tumore ovarico sotto diversi aspetti.
Radiologi, oncologi, chirurghi, anestesisti, nutrizionisti e persino infermieri dedicati seguono le donne in cura. Un’accurata diagnosi e stadiazione (studio che determina l’estensione e la diffusione di un tumore, ndr), seguite da un trattamento integrato chirurgico e chemioterapico, sono fondamentali per una cura adeguata che negli ultimi anni sta puntando la propria attenzione sull’oncogenetica, sulla qualità di vita delle pazienti e sulla possibilità di preservare la capacità riproduttiva qualora ce ne siano le condizioni”. Va sottolineato, infatti, che presso l’Infermi di Rimini i casi sono trattati con intento conservativo, cioè al fine di mantenere viva la possibilità, per le pazienti, di tornare alla maternità: non mancano, infatti, esperienze e testimonianze di donne che, operate in passato per tumore ovarico, hanno potuto vivere la gioia di mettere al mondo dei figli.
Il ruolo di Loto
In questo contesto, come anticipato, arriva a Rimini un prezioso alleato in più: Loto Onlus.
L’obiettivo dell’Associazione è quello di sostenere tutte le pazienti e i loro familiari con informazioni chiare e complete sulla malattia, sulla diagnosi e sulla terapia, aiutandole a superare i momenti di incertezza e paura che accompagnano la diagnosi di questa terribile patologia. “ Il nostro obiettivo è molto chiaro: – spiega Sandra Balboni, Presidente di Loto Onlus – svolgere attività di informazione e sensibilizzazione sul tema del tumore ovarico, oltre che supportare la ricerca scientifica e le strutture cliniche, e dare adeguato sostegno ai pazienti e alle loro famiglie. Attività che dal 2013 abbiamo svolto anche su canali informativi importanti, come Rai, Sky ed Eurosport, oltre che attraverso un tour itinerante in collaborazione con la Federazione Italiana Rugby (siamo sponsor etici della Nazionale femminile di rugby). Per quanto riguarda il supporto alla ricerca, ci siamo direttamente impegnati nella formazione dei medici di base attraverso apposite campagne, abbiamo finanziato borse di studio per la ricerca e ci siamo impegnati per fornire alle strutture attrezzature diagnostiche specifiche. Infine, a Bologna presso il day hospital oncologico del Policlinico Sant’Orsola, oltre che a Parma e, a breve, a Forlì, abbiamo aperto uno sportello di accoglienza e orientamento”.
Fondamentale, inoltre, il già accennato sostegno a pazienti e famiglie. “ È uno dei pilastri su cui si fonda tutta la nostra attività. – prosegue la Presidente – Sostegno non solo a livello informativo, grazie a seminari sulla prevenzione e l’importanza dello stile di vita, ma anche attraverso assistenza specifica e tecnica in campo legale e previdenziale”. Perché Rimini? “ Abbiamo fatto una scelta: vogliamo essere presenti, come Loto Onlus, ovunque ci siano centri in grado di assicurare le migliori cure alle donne affette dalla patologia del tumore ovarico, a partire dal percorso chirurgico”. E Rimini è uno di questi.