A volte è più importante l’amicizia di un obolo, l’attenzione e la vicinanza valgono più di un sostegno economico. Si scatenano così imprevisti circoli virtuosi. “Rimini chiAMA Camerino”, ad esempio. Questa relazione nata da un’amicizia, in poche mesi si è allargata a macchia d’olio, fino ad assumere la forma di un “gemellaggio” tra due città e un futuro che può colorarsi ricco di sorprese. Da Camerino è atteso nel prossimo week end un folto gruppo di persone: saranno protagoniste della “Festa del Dono” alla parrocchia del Crocifisso, e di una serie di iniziative in giro per la città.
Tutto è nato da una visita. L’occasione è il week end arancione organizzato dalla rivista Plein Air, destinazione Camerino. “Il nostro intento era vedere, capire, ascoltare. – racconta Tina – Appena rientrati a Rimini, ci siamo messi in azione coinvolgendo la parrocchia del Crocifisso”. I camerinesi sono stati chiari: più che offerte, cerchiamo amicizia. Non vogliamo restare soli, di macerie – e non solo materiali – ne abbiamo abbastanza. La solitudine è una brutta malattia.
Al motto di “Vedere, Condividere, Testimoniare”, nel giorno di San Martino da Rimini accompagnati da un tiepido sole novembrino sono partite cinquanta persone del Crocifisso alla volta delle Marche. Prima tappa l’Abbazia di Fiastra: bellissima, suggestiva ma anch’essa “baciata” dal terremoto. “Con il racconto di un monaco benedettino ci siamo avvicinati all’estrema paura e al turbamento che accompagna ogni persona che vive l’esperienza del terremoto. Ci siamo poi trasferiti a Camerino, per vedere non il disagio dei tanti residenti rimasti in città né lo scempio che la natura in pochi istanti ha fatto delle loro case e dei loro splendidi monumenti, ma per constatare la loro volontà di tenere viva la città! Ci ha profondamente colpito la dignità con la quale affrontano il quotidiano apparentemente uguale invece così diverso da prima, e di come «lottano» per non farsi sopraffare dalle difficoltà e dalle lungaggini della burocrazia”. Riminesi e camerinesi hanno camminato, fin dove è stato possibile perché non transennato, per le strade della città scorgendone le ferite. E han trascorso insieme ore di festa: “e di questo ci hanno ringraziato: di essere lì, insieme a loro, a testimoniare il bello di condividere delle piccole semplici cose”.
I riminesi, “messaggeri” di tutta la comunità parrocchiale, vedendo hanno compreso cosa i camerinesi hanno bisogno: “di non farli sentire soli! Ma di avere vicino, persone che sanno ascoltarli, che desiderano effettuare un tratto di strada assieme, che sappiano donare un sorriso, una telefonata per fargli sviare i loro tristi pensieri che li assillano inesorabilmente” rilancia Giuliano Lucchi, tra gli animatori di “Rimini chiAMA Camerino”. Il gemellaggio è stato immediato. I riminesi hanno donato un quadro di Giuliano Maroncelli e lavori delle donne del “gruppo lavoro Ricamo”. Il 31 dicembre dal Crocifisso è partito un simpatico videomessaggio di auguri (www.youtube.com/watch?v=wdFnyCzOF4) e un invito: “Venite a Rimini”.
Detto fatto. “Rimini chiAMA Camerino” sarà il piatto forte della ”Festa del Dono” (come si è donato il Padre, possono farlo i suoi figli), una iniziativa nata trentasette anni fa in parrocchia.
Il 21 gennaio i camerinesi saliranno in Riviera.
Paolo Guiducci