Sul limite dei trenta all’ora istituito a Bologna tanto si è discusso. Ha ragione chi dice che è un limite eccessivamente basso? O chi ricorda che se si viene investiti ai trenta ci sono molte più possibilità di scamparla rispetto a velocità superiori? O potrebbero avere ragione i cinesi che, mentre noi siamo qua a litigare sui limiti, da anni hanno cominciato sperimentazioni per permettere alle auto connesse alla rete 5g di rilevare automaticamente il rischio di collisioni con auto o pedoni?
Certo, è una rivoluzione ancora lontana e di cui vanno valutati tutti gli aspetti. Ma già immagino cosa potrebbe succedere su una novità simile arrivasse da noi: al netto di chi sostiene che il 5g è il male (e lo scrive su un telefonino 4g che non è che sia proprio terapeutico). Basti vedere cosa succede con le auto elettriche: la tecnologia di questi veicoli non è probabilmente ancora alla piena maturità ma c’è una corrente di ‘pensiero’ che le boicotta a prescindere, non su basi scientifiche ma su basi emotive, politiche o quali che siano. Rilanciando articoli sul ‘cimitero di auto elettriche’ causato dal gelo a Chicago, quando basterebbe leggere oltre il titolo per capire che le cose sono più complesse, o cercando sul web notizie di guai ad auto elettriche come se quelle a benzina non ne abbiano mai avuti. Ma qua siamo fatti così: anche innovazioni che potrebbero esserci utili si scontrano con centomila opposizioni, fondate o non fondate poco importa. E mentre in altri Paesi il progresso viaggia spedito da noi procede ai trenta all’ora.