Le elezioni regionali portano nel nuovo Consiglio tre rappresentanti riminesi: Alice Parma, Emma Petitti e Nicola Marcello, che si raccontano in prima persona
Rimini… con il tridente. A seguito della tornata elettorale per rinnovare gli organi della Regione Emilia-Romagna, che ha visto l’elezione a presidente di Michele De Pascale, rappresentante del centrosinistra, il territorio riminese trova il proprio posto nel nuovo Consiglio regionale con tre rappresentanti, due di maggioranza e uno di opposizione. Si tratta rispettivamente di Alice Parma, Emma Petitti e Nicola Marcello (al momento di andare in stampa non ci sono notizie su eventuali incarichi anche nella nuova Giunta). Una sfida per gli eletti e un’opportunità per il territorio riminese, che gli stessi rappresentanti raccontano in prima persona.
Alice Parma
Il risultato di Alice Parma, ex sindaca di Santarcangelo ed eletta con il centrosinistra, è di grande rilevanza non solo in ottica riminese: si tratta, infatti, della candidata che ha ottenuto il maggior numero di preferenze in tutta la Romagna, sfiorando quota 10mila (9.688).
Un successo che dimostra un suo forte radicamento sul territorio e una campagna elettorale di grande presenza tra la gente.
“ Si fa quasi fatica a commentare un esito di tale portata. – le sue parole – Un successo straordinario, con numeri incredibili che premiano un lavoro collettivo che parte da lontano, quello di una generazione di giovani amministratori che ha scelto di far parlare i fatti, si è messa nelle cose, fra la gente. Per dieci anni è stata questa la mia bussola da prima cittadina a Santarcangelo e ho affrontato questa sfida così, da sindaca che vuole mettere a disposizione della Regione Emilia-Romagna e della nostra provincia un bagaglio di competenza, esperienza ed energia giovane. Un messaggio diretto e di rinnovamento che nel disamore verso la politica ha colpito nel segno in ogni angolo della nostra terra”.
Cosa si porterà di questo rapporto col territorio in Regione? Quali le priorità?
“ Ho imparato sul campo che le cose migliori nascono solo entrando nei pensieri e nei bisogni della gente e costruendo le risposte tutti insieme, in rete. Con i fatti più che con le parole. Questi mesi di campagna elettorale sono stati quindi la prosecuzione naturale di un modo di essere e lo stesso accadrà ora in Regione, dove rappresenterò con grande entusiasmo e responsabilità ogni cittadino della provincia di Rimini e dell’intera Emilia Romagna: mi batterò per una sanità pubblica universale e sempre più a stretto contatto con i cittadini anche nelle aree interne, per i giovani che tornino a vedere un lavoro stabile e una casa di proprietà come una possibilità concreta e non più quasi come una chimera, per frenare il dissesto idrogeologico, per valorizzare le nostre straordinarie tipicità facendone volani turistici, per sostenere sempre più il mondo della cultura e della scuola, per infrastrutture efficaci che potenzino i collegamenti con il mondo. Per tutte le esigenze delle donne, degli uomini, delle famiglie e dei giovani. Come deve fare una sindaca in Regione”.
Emma Petitti
Altro risultato importante è quello di Emma Petitti, già presidente dell’Assemblea legislativa regionale, che con i suoi 8.719 voti risulta la seconda candidata per preferenze a livello provinciale con il PD.
“ Soddisfatta di un risultato importante, che ha visto aumentare i consensi rispetto a cinque anni fa. – il suo commento – E contenta di aver vinto a Rimini, il mio comune. Risultato che è frutto di un grande lavoro di squadra e che mi sprona a fare, ed esserci, sempre di più per le esigenze e i bisogni dei riminesi. Con in mente priorità chiare. Innanzitutto la nostra sanità pubblica, che in un periodo storico in cui il Governo nazionale taglia, va tutelata in ogni modo possibile attraverso scelte su welfare e servizi alla persona: penso alla medicina di prossimità, ai servizi domicilari, alle famiglie e alle fasce più deboli e fragili, che oggi hanno sempre più bisogno di risposte. Ma non solo. Il mio sarà un impegno anche rivolto alle aree interne, alle aree montane e ai piccoli comuni, perché c’è lavoro da fare per superare le diseguaglianze: chi ha meno, deve avere di più dalla politica. E poi c’è tutto l’impegno sui diritti e sul lavoro: la mia proposta è quella di una legge regionale che consenta di avere garantito il salario minimo di 9 euro l’ora per ogni lavoratore. Là dove il Governo nazionale non agisce, in Regione lo dobbiamo fare. Ovviamente non mancherà la battaglia, come da 20 anni a questa parte, sui diritti delle donne, per aumentarli a fronte di una destra che continua a toglierli. Un lavoro, quindi, che in senso ampio va nella direzione della tutela dei diritti per i più fragili (come ad esempio garantendo risorse per il sostegno agli affitti), e va affrontato assieme al territorio, agli amministratori e alle comunità”.
Obiettivi importanti, che avranno bisogno di un contesto politico fondato sul dialogo costruttivo, piuttosto che sullo scontro “violento” che caratterizza gran parte della politica odierna. Importanza della collaborazione che è sottolineata anche dalla stessa candidata del centrodestra, Elena Ugolini, nel suo discorso all’indomani della sconfitta elettorale.
“ Questa è una Regione che ha sempre fatto della coesione, della concertazione e del dialogo tratti distintivi. – conclude la Petitti – L’apertura alla collaborazione c’è senza dubbio, ma è evidente che il dialogo debba avvenire su quelle politiche che consideriamo prioritarie, su quei temi che necessitano di risposte e sui quali il nostro impegno non può prescindere”.