Prendendo spunto dall’articolo apparso su il Ponte n. 33, del 22 settembre 2013 che ben tratteggiava la figura di Benito Lombardi, vorrei parlarvi di un altro Benito, citato nel medesimo pezzo, come coprotagonista, insieme ad altri, dell’impegno politico e sociale dagli anni ‘50 nella nostra città. Intendo parlare di Benito Ratta che ho personalmente conosciuto sul finire degli anni ‘60 e che con me ha condiviso, da quella data, un appassionato impegno sindacale nella Cisl e nella Cisl Scuola. Per raccontare la sua storia, mi sono avvalso della fondamentale testimonianza della moglie Luisa Paganini, che mi ha permesso di inquadrare il personaggio anche alla luce delle vicende del mondo cattolico riminese.
Riminese
d’adozione
Procedendo con ordine Benito Ratta, pugliese di nascita e riminese di adozione, nacque il 21 marzo 1929 a Squinzano, in provincia di Lecce e trascorse alcuni anni della propria infanzia a Bengasi, in Africa, in quanto il padre, sottoufficiale dell’esercito, su disposizione del Governo italiano, era impegnato ad amministrare le colonie italiane. Nel 1936 la famiglia Ratta si trasferì definitivamente a Rimini. Nella nostra città Benito frequentò tutto il ciclo delle scuole, dalle elementari fino al liceo classico “Giulio Cesare” ove conseguì la maturità classica. Ottenne l’abilitazione magistrale a Forlimpopoli ma non completò gli studi universitari, preferendo dedicarsi, fin dall’inizio, all’ insegnamento nelle scuole elementari. Ebbe inizialmente un incarico nelle scuole serali, poi giovanissimo, ad appena 24 anni, nel 1953 vinse un Concorso magistrale nella provincia di Potenza e qui insegnò per un anno a Laurenzana.
Nell’anno seguente ebbe il trasferimento nella provincia di Forlì. Nei primi anni ‘50, Benito iniziò la sua “formazione”, partecipando, sotto la guida di Filippo di Grazia, divenuto successivamente sacerdote, in casa della Prof. Massani, in via Santa Chiara, ad incontri di un gruppo di giovani cattolici impegnati denominato “Collaboratori della compagnia di San Paolo dell’Associazione Cardinal Ferrari”, durante i quali venivano meditate ed approfondite le lettere di San Paolo.
Maturo
nella fede
Maturando così una profonda fede, nutrita di letture significative. S’impegnò fortemente nel laicato cattolico: in tale ambito collaborò, con Don Oreste Benzi, prima che questi edificasse la famosa “Madonna delle Vette” e con Don Giancarlo Ugolini, alla gestione di campi scuola e case per ferie per giovani e gruppi di famiglie. Sentì forte anche l’influenza dei focolarini riminesi ed in seguito, raccogliendo la preoccupazione di Don Oreste, fortemente orientato al sostegno alla famiglia, prese parte ad incontri guidati da sacerdoti e laici impegnati in ambito familiare. A queste conversazioni, tra il 1967 ed il 1968, Benito partecipò con la moglie e diverse famiglie con la presenza di Don Filippo di Grazia. Ratta, dotato di grande capacità comunicativa e di penna “facile” fu collaboratore giornalista de “Il Resto del Carlino” tra il 1950 ed il 1960, quando le notizie riminesi partivano per Bologna “fuori sacco”.
L’impegno
scolastico
Parallelamente non disdegnò l’impegno politico e, tra il 1957 ed il 1961 fu consigliere comunale, insieme a Benito Lombardi, Sebastiano Bianchini, Mario Angelini, Walter Bollini e Piero Vannoni, per la Democrazia Cristiana. In questo incarico profuse, come sempre, tutte le sue energie, tanto che fu chiamato a far parte della Commissione tributi. Fu pure presente a vario titolo nell’Associazione Italiana maestri Cattolici di cui fu un dirigente insieme alle direttrici Pasquinelli e Melandri. E per questa Associazione organizzò e diresse i corsi di aggiornamento per giovani insegnanti, finalizzati all’acquisizione di punteggi validi per le graduatorie di Concorso Magistrale e d’incarico e supplenza, grazie ai quali molti docenti, negli anni, ottennero un posto di ruolo. Fu anche consigliere del Patronato Scolastico con la maestra Gotti ed il maestro Gioenzo Baldazzi ed anche qui contribuì ad organizzare i doposcuola, in cui venivano assunti giovani maestre.
I circoli
didattici
Fu per diversi anni, fino al 1966, Segretario in vari Circoli didattici, a Coriano con il Direttore Perni e a Rimini V circolo, in cui acquisì sicure competenze. Dagli inizi e fino al 1967 fu consigliere amministrativo dell’istituto Magistrale riminese, allora comunale. Vinse nel 1970 il Concorso Direttivo e fu Direttore Didattico fino al pensionamento, avvenuto nel 1989, in vari circoli didattici: Morciano, Riccione III, Rimini VII e Rimini VI dove dimostrò grandi capacità manageriali, umane, comunicative ed organizzative, guadagnandosi la stima, il rispetto, la riconoscenza di tutti i genitori e gli insegnanti che a lui si rivolgevano con fiducia, ricevendo sempre preziosi e premurosi consigli.
Fu uno dei primi in provincia a sperimentare i moduli, prima che questi divenissero legge. Amante della storia, si profuse a preparare con esperti e con insegnanti visite guidate per gli alunni a Rimini romana, Gradara e a Castrocaro. Si attivò
inoltre per aprire scuole materne statali nella zona di Morciano dove era Direttore, sempre mirando al bene della scuola e dell’intera comunità. Sia da insegnante che da Direttore didattico partecipò attivamente alla vita del Sindacato scuola Cisl (nel Sinascel), seguendo le orme di Sebastiano Bianchini che lui considerava il suo maestro, poi collaborando preziosamente con i successivi segretari, Silvio Franchini, Mario Fabbri e Gilberto Bellini. Attorno agli anni ‘80 quando Sinascel e Sism si orientarono per una Federazione, fu scelto, come Segretario di Federscuola per la sua grande capacità di mediazione politica. Era anche l’esperto economico del sindacato ed a lui ci rivolgevamo per studiare le tabelle economiche dei vari contratti, dai quali desumeva con incredibile esattezza le cifre dei miglioramenti economici che spettavano agli insegnanti, secondo le classi od i gradoni.
Una pensione
votata all’impegno
Quando io assunsi la carica di segretario generale di Cisl Scuola, lui era già in piena unzione nella Federazione nazionale pensionati e a Rimini seguiva con competenza ed estrema pazienza i pensionati o pensionandi della scuola, offrendo a tutti, con fare cortese e tranquillizzante, le soluzioni più convenienti. Nel periodo dopo il suo pensionamento, affiancò all’impegno sindacale, l’impegno nella sua parrocchia del Duomo, già peraltro presente e fattivo fin dalla gioventù, nella quale fino all’ultimo fu segretario del Consiglio pastorale. Sostenne anche le iniziative del gruppo “Mani Tese” con generosità e sensibilità e fu per lunghi anni apprezzato consigliere dell’Istituto cittadino S.Giuseppe Peri Aiuto Materno Infantile. Scomparve il 23 febbraio 2001 ed al suo funerale in Duomo, celebrato dal parroco Don Vittorio Maresi, numerosa fu la folla che partecipò. Vicino alla moglie ed ai figli si strinsero tantissime persone che lo avevano conosciuto ed apprezzato: amici, insegnanti, dirigenti, personalità delle istituzioni e dirigenti sindacali. A tutti questi egli, sempre nella sua vita, aveva saputo donare, in spirito di servizio, insieme al suo sorriso, quel calore umano, quella disponibilità e quella solidarietà umana e cristiana che solo un uomo cattolico di razza poteva offrire. Numerosissime le partecipazioni di privati ed istituzioni al grave lutto che aveva colpito i famigliari, tutte volte a riconoscere il grande spessore cristiano, umano e sociale di Ratta. Una vita tutta spesa al servizio delle persone, con disponibilità, accoglienza, competenza, il tutto condito dal suo sorriso e dalla facilità con la quale sapeva parlare a chi lo avvicinava.
Enrico Morolli