Uno va in spiaggia l’ultimo giorno di Rio 2016 e osserva, divertito ma anche ammirato, un gruppetto di ragazzini che pervaso dallo spirito olimpico mette in piedi una gara di salto in lungo sull’arenile, con perfetta organizzazione dei turni di salto e sistema di misurazione empirico ma che non dà vita a contestazioni sui risultati. Poi poche ore dopo uno passa la notte a seguire dallo stadio di Bologna la gara decisiva per l’assegnazione dello Scudetto del baseball tra i padroni di casa e Rimini. E scopre che se per caso piove (proprio l’unica volta che tutti i siti meteo da ore erano d’accordo sul temporale…) si possono aspettare anche due ore per riprendere la partita, ma se poi alle due di notte piove ancora non è il caso e allora si fa basta e chi ha vinto ha vinto. E se di Maurizio Ceccarini alla partita manca ancora un terzo da disputare non importa, perché per il regolamento va bene così. E ancor meno importa che sia una finale scudetto e non una partita della squadra di Charlie Brown: carta canta, signori, e adesso basta chiacchiere che si è fatto tardi. Peccato che le partite delle finali del baseball si giochino di sera e finiscano – anche quando non piove – sempre dopo l’ora della nanna. Perché quei ragazzini del salto in lungo le saprebbero gestire molto ma molto meglio delle nostre medaglie d’oro dell’astrusità.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini