Tra cent’anni…prospettive sul futuro – C’os’è la vita se non una scelta continua? Al coraggio di queste scelte la BCC Romagna Est ha dedicato l’edizione 2016 degli incontri annuali Tra cent’anni…prospettive sul futuro, sabato 12 marzo al palacongressi di Bellaria Igea Marina.
Coinvolgendo più di 500 alunni di 10 istituti del territorio, da Rimini a Cesena, la giornata è stata principalmente rivolta ai giovani e ha riunito personaggi del mondo dell’arte, dello sport e dello studio, che hanno raccontato come hanno vissuto i loro grandi bivii.
“Se oggi sono giornalista lo devo in parte al mio mito d’infanzia Goldrake che sin da piccolissimo mi divertivo ad intervistare”. Così si presenta il giornalista e conduttore Federico Taddia al pubblico romagnolo.
“Solo dopo la maturità ho scoperto di poter scegliere – confessa – . Prima ho vissuto un forte conflitto tra ciò che facevo e quello che realmente desideravo. Sfuggii dalla prospettiva del posto fisso, dalla sicurezza e scelsi di perseguire la mia strada. Scelsi di essere ostinato e di farmi davvero ascoltare, scelsi la via dello studio che per me era un mezzo per conoscere e capire come poter mettere in gioco le mie idee. Grazie alla mia preparazione ed ostinazione ho trovato la forza di buttarmi”.
Sulla stessa onda Antonella Viola, scienziata e ricercatrice, premiata per i suoi studi in ambito europeo. Anziché essere un “cervello in fuga”, ha deciso di investire il suo premio di due milioni e mezzo di euro in Italia, al VIMM (istituto veneto di medicina molecolare) di Padova, città che l’ha formata e a cui è particolarmente legata. “La mia vita è stata costellata da tante decisioni: innanzitutto lasciare la mia terra per studiare in una città lontana, poi inseguire il mio sogno a discapito della sicurezza di un posto fisso. Mi sono sempre fatta valere difendendo le mie scelte con impegno, studio e costanza. Ho scelto di non accontentarmi e quello è stato il mio slancio maggiore, la scelta più coraggiosa della mia vita”.
Un altro forte esempio di costanza e tenacia è arrivato da Juri Chechi, vincitore dell’oro olimpionico ad Atlanta ‘96. Citando il poeta William E. Henley (“Io sono il padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima”) racconta come ha saputo affrontare le sue disavventure sportive, rialzandosi dopo ogni caduta.
“Avevo solo nove anni quando in un tema di classe, su cosa volessi fare da grande, scrissi di voler vincere le olimpiadi. Credo dipenda da noi capire chi siamo e come raggiungere i propri obiettivi, sebbene mi renda conto del periodo storico di crisi in cui ci troviamo. Ma nemmeno questo può essere limitante. Ci sono dei tempi di scelta e se questo non è il migliore, allora quello giusto arriverà più tardi. Non lasciatevi condizionare dalle situazioni oggettive – ha detto Chechi ai giovani -, bisogna cercare di andare per la propria strada seguendo le nostre aspirazioni. Tenacia, testardaggine e passione sono le mie parole chiave!”.
La svolta per Andrea Segrè, professore universitario di politica agraria internazionale, ideatore del “Last Minute Market” e tra i direttori del dopo-Expo, è avvenuta invece nel retro di un supermercato. “Vidi una moltitudine di prodotti alimentari, di cui la maggior parte ancora in buono stato, che venivano scartati per essere smaltiti. In quel momento decisi di adoperarmi per risolvere il problema dello spreco alimentare innanzitutto con l’informazione e prevenzione, poi in seguito ideando nuovi modelli economici come il Last Minute Market”.
Toccante anche la testimonianza della nota cantautrice Paola Turci (nella foto) che nel 1993 è rimasta coinvolta in un grave incidente. “In famiglia tutti suonavano tranne me. La mia prima chitarra arrivò quando avevo undici anni perché mi ero incuriosita vedendo suonare mia sorella. In pochissimo tempo entrai nel fantastico mondo delle note e accompagnai la mia voce con la musica. Da quel momento non pensai ad altro che cantare e a soli ventun anni mi presentai per la prima volta a Sanremo. Il mio coraggio è stato semplicemente quello di seguire il mio talento”.
Dalla musica ad un libro autobiografico, «Mi amerò lo stesso». “In quelle pagine racconto la mia storia e soprattutto l’incidente che nel 1993 mi sfigurò il volto. Ho scelto di smascherarmi, liberarmi dalla sofferenza esponendomi nuovamente al pubblico e in questo oggi consiste la mia coraggiosa scelta di vita: non abbattermi e sfidare me stessa rimettendomi in gioco”.
Un filo rosso unisce tutte le storie: il valore dei propri sogni, l’ostinazione di credere in se stessi e nelle proprie capacità nonché l’importanza dello studio e delle preparazione personale per formare il proprio futuro. Il tutto condito da un pizzico di coraggio che aiuti allo slancio.
Giulia Mauro