di Andrea Casavecchia
L’annuale presentazione del Rapporto Censis è sempre un’occasione per ri ettere sulle condizioni della società italiana. Anche il 56° Rapporto indica alcuni elementi puntuali che, però, mostrano le caratteristiche di una situazione che è risultato di processi radicati nel tempo.
L’insicurezza è il primo dato evidenziato: il 92,7% degli italiani è convinto che l’alta in azione durerà molto tempo; il 69,3% ha paura di non riuscire a conservare il suo tenore di vita. L’84,5% ritiene che eventi accaduti in paesi lontani possano stravolgere la quotidianità; il 66,5% si dichiara insicuro. Negli ultimi anni evidenzia il Censis si sono sovrapposte quattro crisi profonde: pandemia, aumento del costo della vita, guerra in Europa, crisi energetica. In tale contesto non è più possibile correre ai ripari con azioni tampone o con interventi speci ci capaci di risolvere un problema circoscritto.
Abbiamo bisogno della pazienza di intraprendere un cammino lungo che offra una prospettiva, sembra essere questo il messaggio che appare tra le righe del rapporto. Il vento della tempesta scopre i punti nevralgici della struttura economicoorganizzativa italiana: il calo dei consumi e una loro rimodulazione; l’approccio assistenziale per soccorrere i cittadini più bisognosi; le di coltà di inserimento nella vita lavorativa; l’incapacità progettuale e gestionale delle risorse, evidenziata – in particolare – nel Mezzogiorno.
Dentro un tempo di crisi complesso che scopre in modo drammatico le fragilità del sistema paese, gli italiani non sembra riescano a reagire insieme, non sono capaci di fare squadra. Questa è la denuncia più grave che si deduce dalla pubblicazione. Infatti emergono risposte individuali e particolariste che niscono per avvantaggiare quanti possono godere di rendite di posizione o di ricchezza. Appare scomparsa qualsiasi dimensione collettiva. Sembrerebbe assente il sentimento di solidarietà, come si legge: “Una sorta di acchiocciolamento nell’egoismo, di avvolgimento a spirale su sé stessa della struttura sociale che attesta tutti a traguardi a brevi”.
Nella rappresentazione del Censis appaiono le frammentazioni italiane. L’insicurezza percepita, invece di avere una potenzialità aggregante, ha un e etto centrifugo per le persone che si rifugiano nelle risorse individuali o familiari. La comunità e con essa le risorse dei soggetti intermedi che formano i legami di solidarietà sembrano i grandi assenti. Ma per ricostruire queste reti ci sarebbe bisogno di una svolta che relativizza le logiche del pro tto per valorizzare quelle del dono e ancora i tempi non sembrano maturi.